• IL SANTO DEL GIORNO

5 agosto: Sant’Emidio, vescovo e martire, patrono di Ascoli

La storia di Emidio è narrata nella “Passio” composta probabilmente da un monaco di origine franca, intorno all’undicesimo secolo, dopo il ritrovamento delle reliquie del santo Emindius morto decapitato. Reliquie portate nella cripta del Duomo e conservate in un sarcofago romano.

Emidio nacque a Treviri nel 279 da famiglia pagana e si istruì nelle arti liberali. All’età di 23 anni lasciò le dottrine filosofiche e divenne catecumeno, ricevendo il battesimo. Iniziò quindi a studiare le Sacre Scritture divenendone un buon conoscitore e iniziò così la sua vita da predicatore. La sua predicazione suscitò molte conversioni e ciò irritò i pagani che lo catturarono e lo portarono ad un tempio dedicato a Giove, nella quale Emidio fece una solenne professione di fede alla quale seguì un improvviso terremoto che spaventò i suoi carcerieri.

Raggiunti i compagni Euplo, Germano e Valentino, Emidio partì alla volta dell’Italia, soprattutto perché una voce nel sonno gli suggerì questo viaggio. Giunse a Milano e vivette per tre anni all’oratorio di San Nazario continuando la predicazione che sovente spinse alla conversione i suoi ascoltatori. In seguito alla persecuzione di Diocleziano, Emidio dovette fuggire a Roma dove trovò rifugio presso un certo Graziano, padre di una ragazza paralitica e emoroissa.

Sant'Emidio

Saputo che Emidio praticava anche l’arte medica, Graziano gli chiese aiuto per la figlia ed Emidio promise la guarigione solo se la ragazza avesse accettato il battesimo. Tutta la famiglia di Graziano si convertì e chiese il battesimo, così ottennero la guarigione. Sempre a Roma Emidio guarì pubblicamente un cieco e molti dei convenuti chiesero di essere battezzati. I pagani pensando si trattasse di un’incarnazione del dio Esculapio, lo portarono all’isola Tiberina dove sorgeva appunto il tempio dedicato ad Esculapio. Anche qui Emidio guarì oltre mille infermi e testimoniò la sua fede, spezzando l’ara pagana e gettandola nel Tevere.

Dapprima i sacerdoti pagani denunciarono al prefetto, ma non avendo ottenuto soddisfazione da questi si ricredettero e si recarono da lui per farsi a loro volta battezzare. Successivamente lo stesso prefetto saputo della distruzione dell’altare all’Isola Tiberina scatenò una persecuzione contro i cristiani.

Un angelo in sogno invitò Emidio e compagni a recarsi da papa Marcello, che li accolse, ordinò Emidio vescovo di Ascoli e Euplo diacono, e li inviò nella città marchigiana. Emidio entrò quindi ad Ascoli, città ancora pagana, e iniziò la sua predicazione. Il governatore Polimio lo fece chiamare invitandolo a sacrificare agli dei senza ottenere risposta.

Data la giovane età di Emidio il governatore anziché arrestarlo gli diede alcuni giorni per riflettere ed Emidio ne approfittò per predicare e per compiere una guarigione miracolosa che convertì molti ascolani. Il governatore Polimio lo richiamò per ottenere il sacrificio agli dei e credendolo incarnazione del dio Esculapio gli promise in matrimonio la propria figlia Polisia. In un incontro con la stessa Emidio la convinse a convertirsi e dopo pochi giorni la battezzò nelle acque del Tronto. A quel punto Polimio infuriato ordinò l’arresto della figlia e la decapitazione di Emidio, durante la quale avvenne l’ultimo miracolo del santo, che invece che stramazzare al suolo raccolse il proprio capo e camminò fino al monte dove aveva costruito un oratorio. E proprio in quel luogo morì. Era il 5 agosto 309. I fedeli seppellirono Emidio nella grotta sottostante l’oratorio e assaltarono il palazzo di Polimio, abbattendolo.

Nel 1703 un violento terremoto sconvolse le Marche ma non colpì Ascoli, si dice protetta dal suo patrono, che è ancor oggi invocato a protezione dai terremoti. In seguito a questo episodio, nel 1717, la città eresse una chiesa dedicata al santo, al cui interno è situata la grotta dove Emidio spirò l’ultimo respiro e dove, secondo la leggenda, fu trovato il sepolcro del santo ricoperto di basilico.

Alessio Yandusheff Rumiantseff

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Alessio Yandushev Rumyantsev

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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