Emiliano Mancuso si può definire a pieno titolo un vero artista, fotografo dal talento immenso capace di mostrare, attraverso i soggetti immortalati con il suo obiettivo, uno spaccato della società italiana talmente vivo e reale da risultare attuale ancora oggi.
Dal 14 giugno al 6 ottobre 2019 sarà possibile ripercorrere parte del percorso artistico di Mancuso nella mostra “Una diversa bellezza. Italia 2003-2018”, al Museo di Roma in Trastevere, omaggio al fotografo scomparso prematuramente lo scorso anno, all’età di 47 ani. La mostra è curata da Renata Ferri che ha selezionato quattro differenti corpi di lavoro realizzati in quindici anni di carriera in cui emerge un’umanità dolente, una nazione ferita alla costante ricerca della sua identità in un perenne oscillare tra la conferma dello stereotipo e la cartolina malinconica.
Emiliano Mancuso ha usato tecniche e linguaggi diversi: bianco e nero, colore, immagini digitali o analogiche. E le polaroid, importanti poiché nella loro immediatezza accompagnano il passaggio dell’autore dall’immagine fissa a quella in movimento che lo porterà, nell’ultima parte della sua vita, a essere regista. Senza abbandonare il suo terreno d’indagine, semmai amplificandolo grazie all’audio e al video, Emiliano Mancuso traccia un paese intessuto di microstorie, di esperienze che ci appaiono nude nella loro sincerità.
In tutto saranno esposte 150 fotografie. I differenti capitoli della mostra sono accompagnati dai testi di Lucia Annunziata, Domenico Starnone e di Mimmo Lombezzi, oltre che della curatrice Renata Ferri, con la traduzioni in inglese di Francesca Povoledo.
Carlo Saccomando