Piazza Affari in pesante ribasso sotto il peso delle vendite che non risparmiano nessuno sul listino principale europeo. Il Ftse Mib perde 3 punti percentuali attestandosi a 20.903 punti.
Tra i principali titoli italiani in perdita si segnalano Poste Italiane e Essilux: il primo dopo i conti, ha chiuso il 2019 con un utile netto di gruppo a 1,342 miliardi, -4%, e soprattutto una visione positiva sul 2020 ha provato a resistere ma ha dovuto capitolare e ora cede l’1,4%. Mentre il gruppo EssilorLuxottica a Parigi cede il 2,28%, nonostante nel 2019 abbia registrato un fatturato di 17,3 miliardi (in crescita del 4,4% a cambi costanti rispetto al 3,2% pro forma del 2018), con un utile operativo adjusted di 2.812 milioni pari al 16,2% del fatturato
Tra i peggiori anche Prysmian che ieri a mercati chiusi ha diffuso i conti, in linea con le attese, ma ha dato una visione incerta sull’anno in corso e questa mattina cede il 7,12 per cento. Azimut nonostante il miglior risultato della sua storia lascia il 6,4%, Unicredit sempre pesante cede il 4%. Le banche sono sottopressione con Ubi Banca in ribasso del 3,7%, Intesa Sanpaolo il 3,2%, Banco Bpm il 4,3 per cento. Mps, mentre si cerca la quadra per il rinnovo dei vertici, cede il 5%. Atlantia cede il 4,55% dopo le indiscrezioni su un’interruzione del tavolo con F21.
Apertura in netto rialzo per per lo spread fra Btp e Bund tedesco. Il differenziale segna 184 punti, 9 in più rispetto ai livelli ieri in chiusura di giornata. Il rendimento del decennale italiano è pari all’1,12%.
Tutte in terreno negativo le principali Borse europee in apertura di seduta. Londra cede l’1,5% a 6.606 punti, Francoforte il 2,09% a quota 11.694 punti, Parigi il 2% a quota 5.253.
Euro in calo in avvio dei mercati. La moneta unica passa di mano a 1,1232 dollari mentre sullo yen è a quota 118,52.
Tornano le vendite sui mercati azionari: i Asia sono i titoli finanziari e i gruppi delle materie prime a soffrire più degli altri, sempre sotto l’effetto dei timori per l’impatto dell’epidemia da Coronavirus. L’indice della regione ha perso il 3,4%. Hong Kong il 2,16%, Shanghai l’1,2%, Shenzhen lo 0,74 per cento. Seul ha perso il 2,16% e Sydney il 2,8% ai minimi degli ultimi 11 mesi.
Mentre la Borsa di Tokyo arriva alla pausa di metà seduta ampliando le perdite coi timori dell’epidemia di coronavirus: l’indice Nikkei cede 676,57 punti, attestandosi a 20.652,55 (-3,17%).
L’impatto sull’economia mondiale del coronavirus continua ad abbattere i prezzi del petrolio con il Brent europeo che scende sotto la soglia dei 50 dollari e passa di mano a 49,46 dollari al barile. In ulteriore calo anche il Wti che dopo i crolli della vigilia perde ancora l’1% a 45,44 dollari al barile. Per oggi è attesa una decisione sugli ulteriori tagli di produzione proposti dai membri dell’Opec che vedono però la Russia contraria.
Carlo Saccomando