• ARTE

A Venezia inaugurata la mostra “In Dante Veritas”

VENEZIA. Più che una semplice mostra, “In Dante Veritas” (leggi il nostro articolo precedente) rappresenta una vera e propria esperienza, come la definisce lo stesso artista, Vasily Klyukin, che da alcuni anni vive a Montecarlo dedicandosi all’arte nelle sue diverse espressioni: scultura, design e scrittura.

Più precisamente, è un’esperienza dell’inferno quella che Klyukin intende far vivere a chi si addentra nello spazio maestoso e carico di suggestione della Tesa 94 dell’Arsenale di Venezia, con i suoi oltre 900 mq si superficie espositiva. Inaugurata lo scorso 7 maggio, resterà nella città lagunare sino al 26 novembre, per tutta la durata della Biennale Arte. Organizzata con il patrocinio del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo e del Comune di Venezia.

L’inferno di Dante appunto, con i suoi nove cerchi, gironi e bolge che Klyukin reinterpreta in una forma originalissima e assolutamente nuova: “una rivisitazione della Commedia che si avvicina non solo alla scultura, ma anche alla performance e all’installazione, dando l’impressione di essere immersi in una pièce teatrale fortemente scenografica e incredibilmente coinvolgente” – afferma la curatrice della mostra Paola Gribaudo. In Dante Veritas potrebbe essere definita un’opera teatrale in 3 atti, un viaggio dentro di sé che prende il via nel Bacino dell’Arsenale con la scultura di 10 metri dal titolo Why People Can’t Fly, per poi snodarsi lungo il Tunnel dell’Apocalisse e attraversare l’Inferno vero e proprio, concludendosi nell’ultima stanza, la più significativa, la Sala del Tradimento.

L’artista, come Virgilio nella “Divina Commedia” ci vuole condurre nel viaggio all’Inferno attraverso un Tunnel dove i 4 Cavalieri dell’Apocalisse svettano imponenti nei loro 3,5 metri di altezza. Interessanti sono i nomi che Vasily Klyukin dà a questi cavalieri: al posto dei nomi biblici “Morte, Pestilenza, Guerra e Carestia“, troviamo nuovi nomi che riecheggiano i mali del nostro tempo: Disinformazione, Sovraffollamento, Sfruttamento delle Risorse e Inquinamento. La conseguenza dei nostri peccati e ciò che, senza ravvedimento, porta all’inferno.

Proprio l’inquinamento ha un posto speciale nelle intenzioni dell’artista: se l’uomo non prende consapevolezza e non cambia il suo comportamento, assumendosi responsabilità verso l’ambiente, siamo destinati alla morte, all’Apocalisse che si avvicina.

In Dante Veritas
Vasily Klyukin vicino al Tunnel dell’Apocalisse.

Tutte le sculture sono realizzate interamente in acciaio, attraverso una speciale tecnica definita “live sculpture” (letteralmente “scultura viva”), frutto dell’esperienza ingegneristica dell’autore, e basate su calcoli precisi: le lastre d’acciaio incastrate tra loro senza elementi di fissaggio, creano tridimensionalità mantenendo al contempo flessibilità e creando molteplici prospettive, ricordando così le pagine di un libro aperto da sfogliare. Sono state tutte create in meno di un anno, in un momento di grande ispirazione, nel corso del 2018.

Occorre visualizzare il nemico per poterlo combattere“, afferma Klyukin “quel male che, intessuto al bene, è parte di ogni uomo e in cui ognuno può riconoscere se stesso in diversi momenti della sua vita ed esperienza quotidiana. L’intento è quello di riflettere, indagare nelle pieghe della propria anima, e poter poi agire, contrastare il male, e infine cambiare. Cambiare noi stessi e il mondo che ci circonda. Ogni persona che visita questa mostra uscirà diversa da come è entrata“.

in Dante veritas
Why People Can’t Fly

Inoltre Klyukin si fa portavoce di un messaggio di profonda speranza:
“Nell’ultima e forse più importante parte del percorso, la Sala del Tradimento ognuno è invitato a scrivere sulle pareti le iniziali o il nome di una persona, ma anche di un’organizzazione, di un’azienda, eccetera, che nel corso della sua vita lo ha tradito, lasciando aperto uno spiraglio al perdono“. Scrivere il nome di qualcuno non significa necessariamente condannarlo, ma prendere la decisione di perdonarlo, o, addirittura, quello che può uscire dalla nostra penna è il nome di qualcuno che noi stessi abbiamo tradito, e da cui vorremmo essere perdonati.

In Dante veritas
Sala del Tradimento

Una mostra drammatica, un viaggio che è prima di tutto un viaggio interiore, un dialogo con se stessi, un percorso di riflessione da cui possiamo uscire cambiati, rivolti verso il bene come frutto di una decisione consapevole, fatti come siamo di luce e oscurità. Un percorso che sembra lasciarci una domanda che l’artista ha posto prima di tutto a sé e che ora pone a noi come provocazione: “Dove stai andando? Sei pronto a cambiare?“.

Prima di essere esposta a Venezia, In Dante Veritas si è svolta con largo successo di pubblico e critica al Museo di Stato di San Pietroburgo, diventando la mostra più visitata in città, con un afflusso di oltre 200mila visitatori in soli 3 mesi. Inoltre è accompagnata da un importante catalogo edito da Skira.

Se vuoi visitare il sito web della mostra clicca qui.

Carlo Saccomando

Tags

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

Articoli correlati