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Abuso di ufficio e falso, resta in carcere il sindaco di Bibbiano

BOLOGNA. “Sono distrutto – mormora –. Non posso dire altro…”. Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, accusato di abuso di ufficio e falso nell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’ sugli affidi, resta agli arresti domiciliari.  Lo ha deciso il Gip Luca Ramponi che ha confermato la misura cautelare anche per lo psicoterapeuta Claudio Foti, della onlus Hansel & Gretel. Nei giorni scorsi erano stati sottoposti a interrogatorio di garanzia. Come riporta la stampa reggiana, sono state rigettate le istanze di revoca dei domiciliari avanzate dalle difese di Nadia Bolognini, moglie di Foti, Federica Anghinolfi, dirigente del servizio sociale e da altri due indagati. Nell’ordinanza il giudice ha ravvisato in lui «un’alta capacità criminale» per aver «consentito ripetutamente l’erogazione di contributi indebiti attraverso l’assunzione di debiti fuori bilancio».

Ma Carletti ha ribattuto: «Non ne sapevo nulla. Quando c’erano emergenze si facevano variazioni al bilancio. Per me la tutela dei minori rappresentava un’emergenza». C’è anche la contestazione su un servizio di psicoterapia da 80mila euro, che poi sarebbe stato ‘spacchettato’ in due tranche per aggirare le norme sulle gare pubbliche, tanto che alcuni i dirigenti dell’Ausl rifiutarono di firmare gli atti: «Su questa vicenda – spiega l’avvocato Tarquini – il giudice ha ravvisato la carenza di gravi indizi». Il legale afferma anche che il sindaco «è rimasto molto colpito dall’iniziale distorsione di notizie che lo hanno equiparato all’orco dei bambini, subendo un gravissimo danno per il quale lui si riserva si reagire. Specie dalle parole di Luigi Di Maio che ha detto bestialità, senza riflettere». Il riferimento è alle parole pronunciate dal vicepremier del M5s: «Un altro business, orribile, sui minori. Una galleria di atrocità assolute che grida vendetta e per cui è stato arrestato anche il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti (Pd)». L’avvocato ha chiesto al giudice la revoca dei domiciliari, sui quali il pm ha preso due giorni per esprimere un parere e il giudice si è riservato.


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