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E’ morto Andrea Pinketts, il Buscaglione del noir italiano

MILANO. E’ morto stroncato da un tumore all’hospice del nosocomio Niguarda di Milano lo scrittore Andrea G. Pinketts (all’anagrafe Andrea Giovanni Pinchetti). Aveva 57 anni e come lo aveva descritto un suo vecchio amico, compagno di mille notti sregolate “non era uno scrittore di noir, era il noir”. Se n’è andato in un modo molto diverso da come probabilmente avrebbe desiderato; lui, dall’ego ipertrofico, che sembrava il Buscaglione della letteratura e che avrebbe probabilmente preferito una fine scenica, spavalda, come amava essere accreditandosi del “segno distintivo”. Lui che aveva scelto i bar dove scrivere le sue storie. Lui che, al mondo virtuale della rete continuava a preferire il tavolino dei locali, dove, con una pinta di birra o un cocktail davanti e l’Antico toscano tra le labbra, chiacchierava e scriveva con la sua Montblanc. Lui che nel 1993 aveva fondato la “Scuola dei duri”, una sorta di movimento che riuniva intorno a sé giallisti e aveva dato un certo impulso al noir.

Pinketts era nato il 12 agosto del 1961 nel capoluogo lombardo, nel quartiere periferico del Lorenteggio, dove aveva sempre vissuto, con la mamma. Autore di romanzi come L’Assenza dell’Assenzio (Mondadori), Il senso della frase (Feltrinelli) e Lazzaro vieni fuori (Feltrinelli) sin dagli esordi era riuscito a mescolavare anarchia, prosa, giallo, fumo e alcol.

Lo scrittore e giornalista Andrea G. Pinketts è morto all’età di 57 anni

Di certo, prendendo in mano un suo libro, e leggendo due frasi a caso, si capiva subito che erano state scritte da lui. Un segno distintivo che pochi altri autori, anche molto più grandi, possono vantare. Nel 2016 è uscito La capanna dello zio Rom (Mondadori), l’ultima avventura che ha visto protagonista la sua creatura investigativa, Lazzaro Santandrea. Recentemente, invece, è stato ripubblicato da Oscar Mondadori Il conto dell’Ultima cena.

E’ rimasto attivo e graffiante fino all’ultimo, tanto che il 18 novembre scorso, già in carrozzina, aveva organizzato un “flash-mob letterario urbano” dall’ospedale di Niguarda. La vita di Pinketts potrebbe realmente essere una vita – paradossalmente – inventata, dove l’uomo e l’autore sono stati protagonisti di mille e mille avventure, di carta e di carne.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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