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Albert Einstein, il genio che non si distinse a scuola

Il 18 aprile 1955 moriva il premio Nobel tedesco Albert Einstein. Nato in Germania nel 1879, trascorre un’infanzia perlopiù solitaria, apprendendo a parlare tardi rispetto agli altri bambini, avendo difficoltà scolastiche, ma amando leggere libri di divulgazione scientifica, e studiando il violino. Crescendo, ha difficoltà nelle materie umanistiche, ma una dote in quelle scientifiche, e, dopo alcune peripezie, riesce a iscriversi al Politecnico, decidendo di diventare un insegnante, e in seguito di dedicarsi alla fisica, riuscendo a laurearsi nel 1900. “Albert […] per quanto desse ai familiari segni di ingegno precoce, non si distinse a scuola. Giunto alle scuole medie, trovò disgustoso il sistema di insegnamento tedesco ed entrò in conflitto coi professori che da parte loro lo maltrattavano. […]” (Emilio Segrè).

einstein bambino

Nel 1905 pubblica tre studi teorici, nel primo dei quali è contenuta la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta. Nel 1921 arriva il Nobel, mentre con la salita al potere di Hiltler, Einstein, di origini ebraiche, è costretto a emigrare negli Stati Uniti, dove gli viene offerta una cattedra presso l’Institute for Advanced Study di Princeton. Nel 1939 scrive assieme ad altri fisici una famosa lettera indirizzata al presidente Roosevelt, dove si sottolinea la possibilità di realizzare una bomba atomica: la missiva segna l’inizio dei piani per la costruzione dell’arma nucleare.

Prima di morire, decide di mettere il proprio corpo a disposizione della scienza, e Thomas Stoltz Harvey, il patologo che effettuò l’autopsia sul corpo di Einstein, di propria iniziativa rimuove il cervello, conservandolo a casa propria in un barattolo sottovuoto per circa molti anni, mentre il resto del corpo è cremato, e le ceneri disperse in un luogo segreto. Quando i parenti di Einstein sono messi al corrente, danno il consenso per far sezionare il cervello in 240 parti da consegnare ad altrettanti ricercatori: la parte più grossa è custodita presso l’ospedale di Princeton.

firma di einstein
La firma di Einstein

Einstein diventò un personaggio rilevante oltre che per la Teoria della relatività, che colpì l’immaginario collettivo in quanto descriveva le proprietà dello spaziotempo a quattro dimensioni affermando che la gravità non è altro che la manifestazione della curvatura dello spaziotempo, anche per la sua visione politica e filosofica: «Solo due cose sono infinite – affermò – , l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima».

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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