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In Sicilia, Piazza Armerina tra arte, storia e cultura

Piazza Armerina è una di quelle località sconosciute alle masse dei tursisti che meritebbe di essere scoperta. Nella cittadina in provincia di Enna, 21 mila abitanti e fino al 1927 capoluogo di un esteso circondario, quando non era ancora stata istituita la provincia di Enna (alla quale fu poi inglobata), s’intrecciano arte, storia e cultura millenarie. Situata nella parte centro-orientale della Sicilia, su un’altura dei monti Erei, è a 697 metri d’altezza. Il suo centro storico è di grande pregio, in un misto di stile tra il barocco e il normanno. Una volta giunti a destinazione, è praticamente impossibile ignorare la splendida Villa romana del Casale, dal grande valore storico e artistico, con al suo interno dei celebri mosaici e che fa parte del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco sin dal 1997. La città ha origini antiche. Basti pensare che il luogo era già abitato dai Greci, provenienti probabilmente da Gela. Successivamente aveva conosciuto i fasti e la successiva decadenza dell’Impero romano.

Come si è detto, c’è tanto da vedere a Piazza Armerina ma l’attrazione principale è innegabilmente Villa Romana del Casale, che rappresenta uno dei luoghi storici di maggior rilievo dell’intera Sicilia. Pavimenti da sogno in mosaico per un totale di 3500 metri quadrati, distribuiti tra 60 stanze. Inserita tra i patrimoni protetti dall’Unesco, la villa vanta celebri mosaici come scena erotica, grande caccia e ragazze in bikini. A poca distanza vi è inoltre un’altra struttura splendida. Si tratta della Villa delle Meraviglie, che custodisce uno dei musei privati più importanti in Sicilia. La struttura è del Settecento e raccoglie la collezione della famiglia Cammarata, tra vasi d’epoca, quadri, sculture, marmi e mobili di pregio intarsiati. Nella parte più alta di Piazza Armerina sorge poi la Cattedrale, edificio imponente, che ha richiesto più di un secolo per la sua realizzazione, esattamente dal 1604 al 1719. Ritrovarvisi all’interno vuol dire ammirare svariati stili, dal gotico al barocco. Particolare curiosità desta il suo campanile, alto 40 metri e realizzato in stile gotico-catalano. Esso è un elemento a sé, facente parte della chiesa che precedentemente sorgeva in tale luogo.

Poco lontano dalla cattedrale, è possibile ammirare il Palazzo Trigona della Floresta, eretto sotto il regno di re Martino I e voluto espressamente da Matteo ed Ottavio Trigona nel 1690. Caratterizzato da tre piani, cela al suo interno una splendida corte, con lo stemma famigliare in bella mostra sul balcone centrale. Sottoposto a lavori per anni, a breve ospiterà il Museo Archeologico cittadino.

Alcuni resti romani alla Villa del Casale

Inoltre, da visitare è la chiesa di San Rocco, che tutti gli abitanti conoscono come Fundrò. Il nome deriva da un borgo rurale a pochi chilometri dalla città. Il convento di monaci Benedettini che era lì venne distrutto e i monaci scapparono a Piazza Armerina, dove venne loro affidata la chiesa intitolata al patrono dei viandanti e dei pellegrini Di particolare importanza anche la chiesa di San Pietro, che risale alla metà del XVI secolo, suddivisa tra chiesa e convento. Ad un esterno spoglio corrisponde un interno ricco di capolavori, anche di scuola caravaggesca.

L’interno della cattedrale

E, ancora, una visita è d’obbligo anche alla Fontana dei Canali, che propone l’abbeveratoio più frequentato dai locali. Realizzata nel 1800, vanta quattro mascheroni dai quali fuoriesce acqua di sorgente. Chi giunge a Piazza Armerina può anche cimentarsi in escursioni da favola, lasciandosi affascinare dalle bellezze ambientali offerte dal monte Mira. Sul suo versante meridionale è inoltre possibile imbattersi nel noto Castello Aragonese, realizzato nel XIV secolo. Storia intrigante, che racconta di un’evoluzione durata secoli, passando da struttura difensiva a carcere nel 1812, come testimoniano ancora oggi le finestre realizzate in ferro. Molte le rappresentazioni storiche che hanno luogo qui.

In agosto, quando la Sicilia si riempie di turisti, è possibile assistere al Palio dei Normanni, in programma nelle due giornate che precedono il Ferragosto. Si tratta di un evento sportivo dalle antiche radici, che ripercorre il periodo della dominazione normanna. Si sviluppa una sfida tra i quattro quartieri cittadini, con il vincitore che potrà tenere il vessillo di Maria Santissima delle Vittorie fino all’edizione successiva.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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