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Allontanamento Zero, il disegno di legge al centro delle polemiche

TORINO. Si chiama Allontanamento Zero ed è il disegno di legge proposto da Chiara Caucino, assessore alle Politiche della Famiglia e dei Bambini della Regione Piemonte, che da diverse settimane fa tanto discutere.

Alcuni mesi fa, l’assessore spiegò ai giornalisti della presenza di una bozza di legge che sarebbe stata analizzata da lì a poco, poiché pareva esserci «troppa facilità negli allontanamenti. In Piemonte ce ne sono in numero maggiore rispetto alle altre Regioni, dobbiamo essere più cauti. […] L’idea è che un bambino sia allontanato dalla famiglia solo in presenza di violenza suffragata da prove certe, e che debba restare se almeno uno dei genitori è sano e funzionale».

Cosa prevede il disegno di legge “Allontanamento Zero”?

Lunedì 13 gennaio, durante la seduta della Commissione Sanità del Consiglio regionale, l’assessore Caucino ha illustrato il disegno di legge sull’Allontanamento Zero, che prevede lo stanziamento di 9 milioni di euro per l’anno 2020 e di 12 milioni per l’anno seguente per la tutela del diritto dei minori a crescere nell’ambito della propria famiglia d’origine puntando a ridurre il 60% di allontanamenti, anche mediante un’eventuale sostegno economico, sociale e psicologico ai genitori o, in mancanza di essi, ai parenti entro il quarto grado.

Il tutto nell’esclusivo interesse del minore. Il provvedimento vuole prevenire l’allontanamento con la redazione di un Progetto educativo personalizzato (Pef) e prevede la stesura di una «valutazione multidisciplinare della situazione di disagio familiare con relazioni suffragate dall’autorità scolastica, da associazioni sportive, enti religiosi, per non “lasciare soli” i servizi territoriali in una decisione così traumatizzante come l’allontanamento».

Allontanamento Zero
Immagini della manifestazione del 15 febbraio 2020, in Piazza Carignano a Torino (Facebook)

Le considerazioni degli oppositori

Gli obiettori al disegno di legge non mancano. Inoltre, a Torino si è costituito il comitato “Zero Allontanamento Zero” – composto da ordini professionali, tra cui gli assistenti sociali, avvocati, psicologi; cittadini; sindacati; accademici e oltre una cinquantina di associazioni – che, nella giornata di sabato 15 febbraio, è sceso in piazza Carignano per ribadire la contrarietà alla proposta di legge approvata dalla Giunta Cirio, chiedendo il ritiro della stessa e l’apertura di un tavolo di confronto.

Gli esponenti del comitato sostengono che la proposta dell’assessore Caucino sia «un’iniziativa che mina un sistema di eccellenza pubblico» e affermano che «ogni bambino ha diritto a vivere in una famiglia adeguata ad uno sviluppo affettivamente sano, ma il superamento di difficoltà importanti come problemi psichiatrici, dipendenze e abusi, non si risolvono in tempi brevi. – Inoltre aggiungono – La legge prospetta un progetto educativo familiare di almeno sei mesi prima di ricorrere ad altre iniziative, ma è grave attendere sei mesi per accogliere in una condizione più adeguata i minori maltrattati, esposti a violenza assistita, che hanno genitori con disturbi psicologici gravi o con dipendenze, e si trovano in pericolo per la salute o per la vita. Anche i tempi per raccogliere eventuali disponibilità dei parenti fino al quarto grado contribuisce al ritardo».

Presente alla manifestazione la sindaca di Torino Chiara Appendino

Hanno presenziato alla manifestazione anche Chiara Appendino, sindaco della città torinese, Sonia Schellino e Marco Giusta, assessori comunali, e alcuni dei consiglieri comunali. «Siamo qui per esprimere il nostro sostegno al sistema degli affidi, alle famiglie affidatarie e ai servizi, come abbiamo espresso anche in Consiglio Comunale e in 4° Commissione – ha commentato il sindaco Appendino – L’affidamento è una risorsa fondamentale per l’intera collettività e Torino da questo punto di vista ha una storia incredibile».

Allontanamento Zero
Chiara Appendino, sindaca di Torino.

Le parole del comitato “Zero Allontanamento Zero

Secondo quanto sostiene il comitato, il provvedimento presenterebbe inoltre una serie di criticità: a partire dal fatto che potrebbe generarsi l’idea che con la prevenzione non vi siano più allontanamenti di minori, “mentre ogni bambino ha diritto di vivere in una famiglia adeguata”. Sostengono inoltre che non è possibile diminuire l’affido del 60%, in quanto i problemi non si risolvono in tempi brevi. Un altro punto critico riguarda invece il rallentamento dell’affido, il quale potrebbe creare più problemi che risoluzioni, come ad esempio l’attesa della disponibilità di affidamento dei parenti entro il quarto grado.

Infine il comitato sottolinea che «l’affido familiare è concepito per non allontanare: significa dare a chi nasce in una condizione difficile una risorsa umana e sociale aggiuntiva». Anche l’Ordine degli Avvocati è intervenuto, affermando che in questo modo «si rischia di dare una percezione sbagliata su quali siano i reali poteri degli assistenti sociali, che non possono agire in autonomia. È l’autorità giudiziaria ad assumere le decisioni».

Eventi in programma

Per poter fornire opportunità di chiarezza ed approfondimento riguardante il disegno di legge Allontanamento Zero, il Partito democratico di Novara ha programmato un incontro a Castelletto Ticino dal tema “Insieme ai bambini e alle famiglie. Gli errori del disegno di legge regionale Allontanamento Zero”.
L’incontro, aperto al pubblico, si terrà mercoledì 19 febbraio, alle ore 21, in Municipio (in piazza Fratelli Cervi). Il programma della serata, oltre ai vari interventi, prevede anche l’esperienza di una famiglia affidataria.

Valeria Glaray

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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