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Ambiente: nei primi 9 mesi del 2019 gli illeciti accertati sono cresciuti del 25%

ROMA. Nell’ambito del contrasto agli ecoreati sul territorio nazionale, nei primi nove mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2018, i controlli eseguiti dai carabinieri forestali sono aumentati del 10,7%, i reati perseguiti del 25,4% e gli illeciti amministrativi accertati del 5,3%. Le principali voci di illeciti riguardano rifiuti, traffici di specie animali e piante in via di estinzione, bracconaggio, pirateria agroalimentare. Di rilievo il capitolo incendi dove si sta sviluppando un’attività di intelligence tutta orientata all’uso di nuove tecniche come gli algoritmi. Secondo un rapporto Interpol-Unep emerge comunque che gli ecoreati segnano ogni anno un tasso di crescita del 5% con un volume d’affari che viaggia tra i 100 e i 200 miliardi di dollari ogni anno”. 

In un rapporto stilato di recente si evince che, da quando c’è stata l’unificazione tra Corpo forestale dello Stato e Arma dei Carabinieri (gennaio 2017), sono cresciuti i controlli (+11,7 nel 2017 e +7,1% nel 2018), così come i reati perseguiti (il maggior picco nel 2017 con un incremento del 25% rispetto all’anno prima). I risultati conseguiti riguardano prevalentemente al fenomeno degli incendi boschivi, tenuto conto che la Campagna Aib 2017 è stata caratterizzata da una situazione ambientale molto critica che ha favorito l’ innesco e la propagazione dei roghi. Nel 2018, i dati, pur segnando una contrazione dell’11,5% nel raffronto con il 2017, risultano comunque in aumento del 13,7% rispetto ai reati perseguiti nel 2016. Gli illeciti amministrativi accertati hanno fatto registrare nel 2017, un incremento del 2,5% rispetto al 2016; nel raffronto 2017/2018, un ulteriore aumento del 28,4%, superiore del 16,8% rispetto al dato più altro segnato nel 2014.

Intanto, nuovi strumenti sono stati introdotti per combattere i reati ambientali. Le nuove frontiere dell’innovazione sono rivolte a colpire soprattutto i piromani nella lotta contro i roghi boschivi. Il sistema ha introdotto un simulatore, una sorta di play station, per formare gli investigatori. “Attraverso una serie di algoritmi si riesce a capire la probabile insorgenza del fuoco e risalire all’incendiario”, spiega il generale Donato Di Monaco, comandante della Scuola Forestale Carabinieri che ha la sede centrale con annesso un sito di addestramento a Cittaducale (Rieti), e con diramazioni a Castel Volturno (Caserta), Rieti, Sabaudia (Latina) e Ceva (Cuneo). “Questa scuola – prosegue il generale – ha l’ambizione di essere punto di riferimento per altre scuole di polizia a livello europeo ma anche mondiale. Ai corsi hanno partecipato oltre a greci, francesi, spagnoli e portoghesi, anche cileni, argentini e indonesiani. E il prossimo anno proprio sui reati ambientali e su quelli connessi agli incendi boschivi, sotto l’egida della scuola di formazione per tutte le forze di polizia europee (Cepol), organizzeremo probabilmente un seminario. Moltissimi sono stati i casi in cui da incendi a carico di ignoti si è passati poi ad accertarne l’ autore a titolo doloso o colposo”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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