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ArcelorMittal delude tutti con la proposta del nuovo piano industriale

Il passo indietro verso un piano che mettesse tutti d’accordo, azienda, governo, sindacati, commissari, lavoratori, e cittadini, ArcelorMittal lo ha fatto attraverso le parole dell’ad Lucia Morselli durante l’incontro al Mise. E questo nuovo voltafaccia non è piaciuto a nessuno. I sindacati si preparano a scendere di nuovo in piazza il prossimo 10 dicembre, mentre il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha affermato che: «Un nuovo piano è possibile se si progetta una nuova idea di produzione siderurgica, se si garantisce il massimo livello occupazionale, se si introducono nuove tecnologie di produzione. Altrimenti ricordo che il piano da cui partire è quello firmato dalla stessa azienda circa un anno fa, non vent’anni fa. Lo Stato c’è, non molliamo ed entro lunedì presenteremo la proposta del governo». Respinto quindi il nuovo piano industriale presentato da ArcelorMittal con 4mila 700 esuberi al 2023 (di cui già quasi 3mila unità ridotte nel 2020), che diventano più di 6mila con i mancati rientri dall’amministrazione straordinaria.

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L’Unione Sindacale di Base pugliese ha detto la sua: «Meno di un’ ora di incontro per gettare sul tavolo ministeriale numeri a casaccio. Usb ha risposto nell’unica maniera possibile: ArcelorMittal se ne deve andare e il governo deve assumersi la responsabilità di prendere le redini della situazione e progettare per Taranto un futuro senza più l’ex Ilva e garantendo l’occupazione, il reddito, la decontaminazione e le bonifiche».

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Nel nuovo piano industriale dell’ex Ilva si prevede un aumento dei volumi di produzione dagli attuali 4,5 milioni di tonnellate di acciaio ai 6 milioni dal 2021: «L’azienda ha avuto quest’anno uscite di cassa di un miliardo di euro», ha dichiarato Lucia Morselli. Che ne sarà dell’impegno del governo Conte di non accettare proposte diverse da quelle che tutelino l’ambiente, il lavoro, e la salute? «Tra venerdì e lunedì il governo presenterà un suo piano industriale che farà diventare Ilva un esempio di impianto industriale siderurgico, con uso di tecnologie sostenibili, con forni elettrici e altri impianti ecosostenibili per arrivare a una produzione di 8 milioni per tutelare livelli occupazionali. Noi vogliamo far diventare l’ex Ilva uno stabilimento all’avanguardia della produzione europea. Entro il 20 dicembre dobbiamo capire se siamo in grado di andare avanti con la trattativa, o non», ha commentato ai giornalisti un Patuanelli deluso. Da parte sua il premier Conte ha sottolineato che: «Il progetto che è stato anticipato non va assolutamente bene, mi sembra sia molto simile a quello originario. Lo respingiamo, e lavoreremo, come durante questo negoziato, agli obiettivi che ci siamo prefissati col signor Mittal e che il signor Mittal si è impegnato personalmente con me a raggiungere, e ci riusciremo».

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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