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ArcelorMittal: sindacati da Mattarella, e dipendenti in presidio

È previsto questa sera, lunedì 18 novembre alle ore 19.30, l’incontro tra i leader di Cgil, Cisl, e Uil al Quirinale, per discutere con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, sul destino dell’ex Ilva e sulle crisi industriali. Intanto, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia sul “piano B” del governo ha dichiarato che se ArcelorMittal non rivede la decisione di lasciare Taranto, per l’ex Ilva scatterà l’amministrazione straordinaria, con un prestito ponte da parte dello Stato in modo da riportare l’azienda sul mercato entro un paio d’anni, decidendo in seguito «se ci sono altre aziende dello Stato che possono entrare nella cordata. Io penso che abbia assolutamente fondamento la possibilità che entrino altre aziende, tra cui Cdp, ma è un tema che si porranno i commissari». Ciò potrebbe accadere solo nel momento in cui non si riuscisse a trattenere a Taranto ArcelorMittal attraverso lo scudo penale, ammortizzatori sociali per oltre 2mila lavoratori, uno sconto sugli affitti, e un ingresso di Cassa depositi e prestiti nell’azionariato. Contrari a questo tipo di “agevolazioni” rimangono i Cinque Stelle, che affermano attraverso Luigi Di Maio: «Prima Mittal si sieda al tavolo», proponendo di attendere che i giudici si pronuncino sul ricorso d’urgenza dei commissari contro il recesso.

arcelormittal

Nel frattempo, in Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare il “cantiere Taranto” proposto dal premier Giuseppe Conte, che incontrerà domani a Berlino Angela Merkel, con cui a Roma la scorsa settimana aveva già parlato del tema dell’acciaio. Dall’altra parte le aziende dell’indotto dell’ex Ilva, che hanno maturato crediti per circa 60 milioni di euro, sono in presidio davanti alla portineria C dello stabilimento siderurgico con dipendenti e mezzi per protestare contro il mancato pagamento delle fatture da parte di ArcelorMittal, e rivendicare la continuità produttiva e occupazionale della fabbrica dopo l’annunciato disimpegno della multinazionale. Al presidio partecipano gli autotrasportatori tarantini, con i tir parcheggiati all’esterno dello stabilimento, e sono presenti anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, e il presidente di Confindustria Taranto Antonio Marinaro.

L'ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli
L’ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli

Venerdì 15 novembre il presidente Conte ha postato su Facebook: “È stato depositato il ricorso ex art.700 cpc al fine di fermare il depauperamento di un asset strategico del nostro sistema industriale come lo stabilimento ex Ilva di Taranto. Il Governo non lascerà che si possa deliberatamente perseguire lo spegnimento degli altiforni, il che significherebbe la fine di qualsiasi prospettiva di rilancio di questo investimento produttivo e di salvaguardia dei livelli occupazionali e la definitiva compromissione del piano di risanamento ambientale. ArcelorMittal si sta assumendo una grandissima responsabilità, in quanto tale decisione prefigura una chiara violazione degli impegni contrattuali e un grave danno all’economia nazionale. Di questo ne risponderà in sede giudiziaria sia per ciò che riguarda il risarcimento danni, sia per ciò che riguarda il procedimento d’urgenza. Ben venga anche l’iniziativa della Procura di Milano che ha deciso di intervenire in giudizio e di accendere un faro anche sui possibili risvolti penali della vicenda”.

giuseppe conte
Foto Facebook Giuseppe Conte

Una manifestazione nazionale potrebbe essere convocata a Roma per dire che a ogni giorno che passa, la situazione si fa più drammatica, annunciando che se ArcelorMittal non pagherà le fatture, nelle prossime ore le aziende dell’indotto ritireranno gli operai, e gli autotrasportatori bloccheranno l’uscita delle merci. Tra i sindacati il segretario della Uilm Rocco Palombella chiede a Mittal di «sospendere la procedura, per permettere a governo e sindacati di aprire una trattativa». Francesca Re David, segretaria generale della Fiom, dice che «l’unica soluzione realmente percorribile è che resti Mittal». Nei giorni scorsi l’ad Lucia Morselli aveva rassicurato che l’azienda avrebbe pagato le fatture.

Da sinistra Angelo Pizzo, Angelo Di Ponzio, e Luciano Manna hanno depositato in Procura a Taranto 6mila firme di cittadini contro ArcelorMittal

C’è poi chi, come alcuni attivisti tarantini, tra cui Luciano Manna, Angelo Pizzo, e Angelo Di Ponzio, venerdì 15 novembre ha raccolto migliaia di firme, come postato sulla pagina Facebook di Manna: “E quindi quando abbiamo depositato l’esposto con 6000 firme dei cittadini per denunciare le emissioni di ArcelorMittal Italia dello stabilimento di Taranto avevamo semplicemente ragione. Con il veleno nel sangue e il cuore in mano”.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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