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Bene il contratto di armamenti da 9 miliardi con l’Egitto ma Regeni e Zaky?

ROMA. Mentre i buoni rapporti fra Italia ed Egitto hanno permesso di siglare un contratto da 9 miliardi di euro a favore dell’ Italia per navi ed aerei da combattimento che verranno forniti all’ Egitto resta aperto il caso Regeni. Aperto e senza risultati significativi, al di là delle solite manfrine e giri di parole delle autorità egiziane.

Ma il primo ministro Conte pare avere delle novità in merito. “Ho urgenza di riferire, riferirò appena possibile” in commissione d’inchiesta sul caso Regeni. Lo dice il premier Giuseppe Conte fuori da Palazzo Chigi a proposito della vicenda del giovane ricercatore ucciso in Egitto. “Resta ferma la nostra incessante richiesta di progressi significativi nelle indagini sul caso del barbaro omicidio di Giulio Regeni. Il governo e le istituzioni italiane continuano ad esigere la verità dalle autorità egiziane attraverso una reale, fattiva ed efficace cooperazione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio rispondendo a un’interrogazione alla Camera. “Resta alta la preoccupazione rivolta al caso di Patrick Zaky, il ricercatore egiziano dell’Università di Bologna arrestato all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020”, ha inoltre detto Di Maio. “La nostra ambasciata – ha aggiunto – continua, con costanza, a monitorare l’evolversi delle udienze. L’Italia continuerà a seguire il caso sia tramite il coordinamento con i partner internazionali che attraverso gli altri canali rilevanti”.

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