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Beppe Grillo indagato per traffico di influenze illecite per contratti con Moby

La notizia ha del clamoroso: Beppe Grillo è indagato a Milano per traffico di influenze illecite per alcuni contratti pubblicitari sottoscritti dal blog Beppegrillo.it con la compagnia di navigazione Moby. Oltre al fondatore del Movimento 5 stelle e Vincenzo Onorato, numero uno di Moby, risulta anche indagata la società Casaleggio associati.

L’inchiesta è partita a seguito di alcune chat scoperte in un altra indagine, quella nei confronti della Fondazione Open a Firenze, che poi ha trasmesso gli incartamenti alla Procura di Milano. Secondo quanto emerge dallo scambio di messaggi l’armatore originario di Nola avrebbe chiesto di ottenere dei benefici per la propria società ad alcuni parlamentari in carica nelle fila dei pentastellati, e in cambio avrebbe sottoscritto importanti contratti pubblicitari con il blog beppegrillo.it e la Casaleggio associati.

Per il blog di Grillo 240mila euro in 2 anni, per Casaleggio associati 1,2 milioni nel biennio 2018/2020

Proprio in queste ore le Fiamme Gialle, nell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Cristiana Roveda, stanno effettuando una serie di perquisizioni e acquisizioni di documenti sia negli uffici della Beppe Grillo Srl che nella sede legale della Casaleggio associati. Nello specifico la società di Grillo avrebbe percepito da Moby spa, nel biennio 2018-2019, contratti pubblicitari per un valore di 120 mila euro all’anno; mentre per la Casaleggio associati dal 2018 al 2020 il contratto ammonterebbe a 600mila euro annui.

Gli inquirenti della Procura meneghina parlano della presenza di elementi “che fanno ritenere illecita la mediazione operata” da Beppe Grillo, in merito alle richieste di interventi avanzate da Vincenzo Onorato e veicolate dal fondatore dei Cinque Stelle a “parlamentari in carica”, in quanto finalizzata ad “orientare l’azione pubblica dei pubblici ufficiali in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby“.

Va sottolineato che recentemente Moby è stata ammessa al concordato preventivo nell’ambito dell’inchiesta per bancarotta, nella quale sono indagati il patron Vincenzo Onorati e il figlio Achille. Indagine che era partita dopo l’analisi dettagliata di una relazione tecnica, allegata al concordato preventivo, nella quale si parlava di 200 mila euro versati alla Beppe Grillo Srl per un contratto che va dal marzo 2018 al marzo 2020 “volto ad acquisire visibilità pubblicitarie per il proprio brand sul blog” del comico genovese, e di altri 600 mila per due anni per la Casaleggio Associati per “sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimo” e per “raggiungere una community di riferimento di 1 milione di persone“.

Grillo Moby
La compagnia di navigazione Moby

Pioggia di sponsorizzazioni anche per Fondazione Open di Renzi, Pd, Fdi e Comitato Change di Toti

Oltre a quelle di Grillo e Casaleggio ci sarebbero altre illustri società, associazioni e partiti politici finanziati dall’armatore campano: 200mila euro alla Fondazione Open di Matteo Renzi, 100mila euro al Comitato Change legato al presidente della Liguria Giovanni Toti, 90mila al Partito Democratico e 10mila euro a Fratelli d’Italia. Oltre ai 550mila euro a Roberto Mercuri (non indagato), ex braccio destro dell’ex vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona a cui si aggiungono, oltre ai 50 mila euro all’associazione senza fini di lucro “Fino a prova contraria“.

E dulcis in fundo Moby avrebbe speso 4,5 milioni di euro per l’acquisto e la ristrutturazione di una villa in Costa Smeralda per “rappresentanza” aziendale, appartamenti di lusso a Milano “in uso a rappresentanti del Cda”, noleggio di jet privato e auto come Aston Martin e Rolls Royce, Mercedes o Maserati Levante.

Nonostante siano affiorati tutti questi finanziamenti e spese ad eccezione di Beppe Grillo, allo stato attuale, non risultano altre persone iscritte nel registro degli indagati.

Norbert Ciuccariello

Classe 1976, fondatore del quotidiano web nazionale il Valore Italiano e del quotidiano locale Torino Top News. Oltre a ricoprire l'incarico di editore e giornalista pubblicista è un imprenditore impegnato nel settore della moda e della contabilità.

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