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Brasile, accoltellò Bolsonaro: riconosciuta l’infermità mentale

RIO DE JANEIRO. Un giudice brasiliano ha assolto per infermità mentale l’uomo che aveva accoltellato l’allora candidato presidenziale Jair Bolsonaro, ordinando il suo ricovero per un tempo indefinito in un manicomio giudiziario. Adélio Bispo de Oliveira è rimasto sotto custodia della polizia dal 6 settembre, quando è stato accusato di aver accoltellato colui l’attuale presidente del Brasile durante un comizio a Juiz de Fora, una città a 186 chilometri a nord di Rio de Janeiro. La lama lesionò l’intestino mettendo in pericolo la vita di Bolsonaro. Decine di cellulari ripresero la scena con la smorfia di dolore di Bolsonaro che cadde a terra, mentre la gente si lanciava sull’attentatore.

L’aggressore, dopo l’attentato, fu aggredito a sua volta dai sostenitori di Bolsonaro. La polizia disse che aveva confessato e il candidato, dopo essersi ripreso, continuò la sua campagna fino alla vittoria. Ad aggravare la posizione di de Oliverira quanto l’uomo scriveva sul suo profilo Facebook, dichiarandosi espressamente a favore della scarcerazione di Luiz Inacio Lula da Silva. Sul social accompagnava alle parole immagini della bandiera brasiliana con falce e martello e minacce dirette, manifestando un’indole sicuramente violenta e pronta a tutto.

Intanto, Bolsonaro ha detto che ricorrerà in appello. “Ora, se Adélio volesse rivelare chi lo ha pagato per uccidermi, le sue affermazioni non avrebbero alcun valore legale perchè è pazzo”, ha affermato il presidente.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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