TORINO. La madre di Stefano Leo, il giovane ucciso sabato scorso a Torino, ha lanciato ieri sera un appello tramite Tg3 Piemonte: “Chi ha visto qualcosa si faccia avanti”. Ma gli inquirenti hanno già una traccia. Ad aggredire il trentaquattrenne, nato a Varallo e residente a Biella, è stato un giovane dai capelli rasta e un giubbotto con una scritta rossa sul davanti. Un aiuto potrebbe arrivare dalle telecamere.
Nel passato del giovane non esiste una sola macchia, un solo precedente, che possa far pensare a un regolamento di conti o altro. L’impressione è pittosto che si tratti del gesto di un folle.
L’episodio risale a sabato: il giovane, dallo scorso Natale impiegato come commesso in un negozio del centro, stava camminando nella zona dei Murazzi tra lungo Po Cadorna e lungo Po Machiavelli. Qualcuno gli si è avvicinato e lo ha colpito alla gola. Un taglio netto. Nonostante la grave ferita, Stefano è riuscito a risalire la scalinata verso San Maurizio e chiedere aiuto. Ma dopo qualche istante è caduto al suolo, senza vita.