• DAL MONDO

Caos in Libia, l’Onu convoca un Consiglio di sicurezza

NEW YORK. Il caos libico sarà al centro oggi di un incontro del Consiglio di sicurezza Onu, chiesto dalla Gran Bretagna, nel quale l’inviato speciale Ghassan Salamè farà il punto sulla situazione. Lo riferisce la missione diplomatica britannica al Palazzo di Vetro. Proprio ieri i governi di Italia, Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno espresso la loro “preoccupazione per i combattimenti” e hanno esortato “tutte le parti a ridurre le tensioni”. Anche Mosca spera che in Libia non si arrivi all’uso della forza dopo l’avanzata verso Tripoli dell’esercito del generale Haftar, che secondo diversi osservatori internazionali è sostenuto da Parigi.

A dieci giorni esatti dalla Conferenza nazionale voluta dall’Onu per risolvere la crisi libica, il generale Khalifa Haftar spariglia le carte e lancia un’operazione per la conquista di Tripoli proprio nel giorno in cui vi era in visita, per la prima volta da due anni, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. La presa di Tripoli, dove è insediato il premier Fayez al-Sarraj, è un obiettivo quasi impossibile dato che le milizie dell’ovest hanno subito serrato le fila e a difesa della capitale s’è schierata la potentissima Misurata. E anche se per ora si tratta solo di scaramucce, la preoccupazione è dichiaratamente forte e la conferenza nazionale in programma a Ghadames dal 14 al 16 aprile è a rischio. In un audio-messaggio, Haftar si è rivolto a quel mix di miliziani e truppe regolari che formano l’Esercito nazionale libico (Lna) di cui è comandante generale: “Eccoci, Tripoli. Eccoci, Tripoli – ha detto evocando una formula islamica legata al pellegrinaggio alla Mecca -. Eroi, l’ora è suonata, è venuto il momento del nostro appuntamento con la conquista. Oggi facciamo tremare la terra sotto i piedi degli ingiusti”.

Il generale Khalifa Haftar

Preoccupazione e allarme si sono diffusi anche a Roma. Il premier Giuseppe Conte è tornato ad invocare “un percorso politico sotto la guida delle Nazioni Unite” perché “le opzioni militari, tanto più se unilaterali, non offrono alcuna garanzia di realizzare soluzioni responsabili e durature”. Il titolare della Farnesina Enzo Moavero, da Washington dove si trova per il vertice Nato, ha fatto sapere di essere in contatto con l’ambasciata a Tripoli e di seguire gli sviluppi con attenzione. Mentre Matteo Salvini ha posto la questione alla riunione dei ministri dell’Interno del G7 a Parigi e ha sentito telefonicamente il vicepremier libico Maitig. Per un’altra più o meno casuale coincidenza, proprio poco prima che iniziassero gli scontri il presidente americano Donald Trump ha annunciato la nomina di Richard B. Norland come ambasciatore straordinario e plenipotenziario in Libia.

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