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“Capon a la canevéra”, prelibatezza della cucina veneta

Il capon a la canevéra (cappone al bambù) è una ricetta che fa parte del patrimonio storico della gastronomia veneta, in particolare dell’area vicentina, mentre un analogo piatto si prepara anche nel Padovano con la gallina autoctona. Preparato con una una particolare sacca di cottura con sfiatatoio, la cottura della carne avviene in modo lento e particolare in modo che possa mantenere tutti i suoi aromi. Canevéra deriva da canna vera, ossia la canna palustre, che era facilmente reperibile nei boschetti delle ville venete.

Ingredienti

1 cappone
1 vescica di maiale
1 pezzo di canna d’India
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
2 spicchi d’aglio
1 foglia di alloro
rosmarino
pepe in grani
1,2 dl di olio extravergine d’oliva
sale

Preparazione

Dopo aver levato le interiore e pulito il cappone, tagliate le verdure a cubetti, aggiungetevi le erbe aromatiche, sale, pepe, olio e riempitevi il cappone.

Legate con uno spago da cucina le cosce in modo che aderiscano al busto e infilate in mezzo la canevéra (canna d’India); inserite il cappone nella vescica di maiale facendo in modo che la canevéra vi fuoriesca per poter fungere da sfiatatoio, legandola poi stretta al collo della vescica.
Immergete il tutto in sospensione in una pentola piena d’acqua che lascerete bollire per tre ore.

Servite il cappone a pezzi, accompagnato dal fondo che si sarà formato nella vescica.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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