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Carlo Alberto Dalla Chiesa, il generale ucciso in un agguato mafioso

Sepolto al cimitero della Villetta a Parma, il generale e prefetto italiano Carlo Alberto Dalla Chiesa veniva ucciso il 3 settembre 1982 a Palermo in un agguato mafioso, insieme con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Dalla Chiesa partecipò alla Resistenza, entrando nell’Arma dei carabieri durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua uccisione fece molto scalpore, poiché aveva lavorato, servendo lo Stato, in anni duri, affrontando il banditismo in Campania e Sicilia, combattendo Cosa Nostra e le Brigate Rosse, e occupandosi del caso Moro. “La mafia è cauta, lenta, ti misura, ti ascolta, ti verifica alla lontana”, diceva. Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che ricevette molte onorificenze per il suo servizio, si sentì infatti poco sostenuto dallo Stato nella lotta alla mafia, così come capitò anche ai giudici Giovanni Falcone (“In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”) e Paolo Borsellino.

I funerali del generale Carlo Alberto dalla Chiesa

Ai numerosi arresti di brigatisti durante il rapimento dello statista della Democrazia Cristiana Aldo Moro si affiancò il memoriale di Moro, rinvenuto e consegnato da Dalla Chiesa a Giulio Andreotti a causa delle gravi informazioni contenute al suo interno, riguardanti le responsabilità politiche del sequestro Moro, secondo il giornalista, e amico di Dalla Chiesa, Marco Pecorelli. Il generale individuò il luogo in cui era tenuto Moro, avvisando Francesco Cossiga, il quale non poté “agire”, pare, per cui Moro fu ucciso, e poi toccò a Dalla Chiesa, rimasto un pericoloso testimone. “L’assassinio dalla Chiesa dopo l’assassinio Moro è certamente il delitto più grave della storia della Repubblica. Le carte di una sentenza giudiziaria sono di solito raggelanti. Le carte sulla vita del generale Carlo Alberto dalla Chiesa rappresentano invece la certificazione drammatica e autorevole di verità finora negate, nascoste, manipolate” (tratto dalla sentenza-ordinanza del maxiprocesso 1985, riportato nel libro di Benito Li Vigni, “Morte di un Generale: Carlo Alberto dalla Chiesa ucciso da un complotto stato-mafia”, Sovera Edizioni, Roma, 2014).

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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