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Caso Petrocelli, si dimettono tutti i componenti della Commissione esteri

Il presidente "putiniano" della Commissione esteri non cede

Dimissioni in massa dalla Commissione Esteri del Senato. Tutti i senatori di Pd, Forza Italia, Movimento 5 stelle, Lega hanno lasciato le cariche. L’obiettivo è azzerare la Commissione per rimuovere il presidente Vito Petrocelli, apertamente filo Putin.

Dimissioni a catena iniziate ieri

A fare il primo passo ieri è stato il senatore Casini, seguito dall’unico esponente di Italia viva e dai componenti del Partito democratico. Oggi è stata la volta dei 4 grillini, compreso il senatore Airola, inizialmente contrario. Quindi questa mattina la Lega ha annunciato le dimissioni dei 4 componenti del Carroccio, tra cui Matteo Salvini. Via anche Forza Italia e Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, unico rappresentante dell’opposizione. E così, oltre a Petrocelli, in Commissione è rimasto solo l’ex grillino Emanuele Dessì, ora nel misto.

Ultima mossa possibile per far decadere Petrocelli

Una mossa pressoché inevitabile per far decadere dalla sua carica il presidente putiniano Petrocelli, sordo a tutti gli appelli a farsi da parte. Lui ha deciso di non cedere. E, siccome per regolamento parlamentare non c’è modo di “sfiduciare” un presidente di Commissione, la maggioranza ha fatto ricorso alle dimissioni in massa. Ora la palla passa ai capigruppo, che dovrebbe dichiarare la non sostituibilità dei dimissionari. Una volta formalizzata l’impossibilità per la Commissione di svolgere il suo ruolo, in una situazione per altro così delicata sul piano internazionale, la presidente del Senato Casellati e la Giunta per il regolamento dovrebbe procedere allo scioglimento della Commissione stessa.

Petrocelli: “Farò ricorso alla Corte costituzionale”

Io intendo in ogni caso fare ricorso alla Corte costituzionale. Sentirò il legale di mia fiducia“, ha replicato Petrocelli all’iniziativa di tutti i suoi colleghi. “Solo per aver votato contro alla risoluzione sulle armi – ha aggiunto – sono già stato etichettato come filo-russo e filo-putiniano, molto francamente credo che tutto ciò sia stato montato per far decadere un esponente della maggioranza che non si riconosce più nella maggioranza. Mi sta bene, ma mi fa pena per la struttura di questa istituzione“. Il senatore, già dichiarato espulso dal Movimento 5 stelle anche se formalmente ancora iscritto al gruppo parlamentare grillino, ha messo in imbarazzo la maggioranza con i suoi atteggiamenti apertamente filorussi, come definire il governo “interventista”. Culminati poi nel tweet in occasione del 25 aprile, “Buona festa della LiberaZione…“, con evidenziata la Z, simbolo dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Emanuele Iacusso

Classe 1971, studi di filosofia, giornalista professionista. Si occupa da 20 anni di politica, come assiduo frequentatore di Palazzi romani. Ha lavorato lungamente in radio e in televisione, presso importanti network nazionali. Tra le passioni i motori, l'astronomia e lo sport.

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