• DAL MONDO

Continuano negli Usa le proteste foraggiate dai dem che speculano su Floyd

WASHINGTON. Per la decima serata consecutiva in molte città americane – da New York a Washington, da Los Angeles a Seattle – migliaia di persone sono scese in strada per protestare nel nome di George Floyd contro il razzismo e contro la violenza della polizia. Grande preoccupazione monta intanto per una possibile impennata dei contagi da coronavirus favorita dalle proteste in corso.

I casi di coronavirus negli Usa sono ormai 1,9 milioni e le vittime 109 mila, secondo i dati della Johns Hopkins University. Ma il dato più allarmante – sottolinea il New York Times sulla base della sua banca dati – è che si viaggia ancora ad una media di oltre 20 mila nuovi casi al giorno: 21.614 nella giornata di giovedì, soprattutto nel sud del Paese e in parte della costa occidentale caratterizzati da nuovi focolai. “Una grande giornata per George Floyd”: lo ha detto Donald Trump commentando i sorprendenti dati sull’occupazione Usa e scatenando una marea di nuove polemiche. “George ci sta guardando dal Paradiso e sta lodando l’economia americana”, ha affermato il presidente. Affermazioni “riprovevoli, offensive e che fanno infuriare”, i commenti sui social media. “Parole spregevoli” per l’ex vicepresidente Joe Biden candidato alla Casa Bianca. L’accattonaggio politico dei democratici, da Obama a Biden , non conosce limiti. Pronti a sfruttare sino all’ultimo una situazione che vede come protoginisti un morto , un uomo in carcere, poliziotti licenziati dove il sindaco della città, Minneapolis, è un uomo del partito democratico, lo stesso di Biden e Obama, ed il capo della polizia è un afroamericano come lo era Floyd.

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