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Coronavirus, in parte della Cina scende il grado d’allerta da livello 1 a 2

In Cina 18 province hanno abbassato il grado d’allerta sull’epidemia partita da Wuhan, effettuando un downgrade da livello 1 a livello 2. Il Paese ha registrato ulteriori 125 nuovi casi di coronavirus e 31 nuove vittime, queste ultime tutte concentrate nella provincia epicentro dell’epidemia dell’Hubei. Numeri confortanti, visto che sono i più bassi registrati nelle ultime 6 settimane.

La Commissione sanitaria nazionale (Nhc) ha diramato il bollettino sui dati complessivi dall’iniziio dell’emergenza: le infezioni complessive sono state 80.151, mentre il totale dei decessi si è attestato a quota 2.943. I casi di contagio hanno seguito un trend al ribasso negli ultimi giorni, malgrado gli 11 casi segnalati oggi fuori dall’Hubei rappresentino il livello più alto degli ultimi 5 giorni.

Nella città di Wuhan, focolaio del coronavirus, è stato chiuso il primo dei 16 ospedali messi a punto con la massima urgenza dopo lo scoppio dell’epidemia. Una decisione maturata a seguito del drastico calo delle nuove infezioni. Il network statale Cctv fa però sapere che tale chiusura verrà concretizzata solo dopo aver dimesso gli ultimi pazienti guariti.

Cina scende grado d'allerta

Cresce la preoccupazione per il “contagio di ritorno”

Intanto la Cina ha registrato altri sette casi di “contagio di ritorno” dall’Italia: si tratta di cittadini cinesi tornati dall’Italia la scorsa settimana che, secondo il network statale Cgtn, lavoravano nello stesso ristorante di Bergamo e avevano stretti contatti con la prima donna rientrata il 28 febbraio e risultata positiva. I sette nuovi casi sono stati riportati tutti nella città di Lishui, nella contea di Qingtian, portando il totale dei contagi nello Zhejiang a 1.213.

Salgono così i timori di una ricontaminazione del Paese da cui è partita l’epidemia. Il Global Times ha ricordato come il “contagio di ritorno” sia una minaccia, citando il caso delle cinque persone accertate che sono tornate in Cina negli ultimi giorni da altre parti, dall’Iran e dal Regno Unito, importando il virus.

Corea del Sud, registrati 600 nuovi casi

La Corea del Sud ha riportato 600 nuovi casi di coronavirus, portando il totale delle infezioni a 4.812, con un allarmante incremento a Daegu, la città dove ha sede la Chiesa di Gesù Shincheonji, rivelatasi il vero focolaio dell’epidemia. In base ai dati aggiornati del Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc) ricontati e riorganizzati per data, ci sono anche tre morti ufficiali in più per un totale di 28 decessi. Il nuovo balzo del numero di contagi segue i 1.062 registrati domenica e gli 813 di sabato.

Primi due casi in Indonesia

Cattive notizie giungono dall’Indonesia, che ha annunciato ufficialmente i primi due casi confermati di coronavirus: si tratta di una donna di 64 anni e sua figlia di 31, risultate positive ai test in un ospedale di Giacarta. Ad affermarlo il ministro della Salute indonesiano Terawan Agus Putranto.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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