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Crisi di governo, Salvini in Aula: “Rifarei tutto quello che ho fatto”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è il primo ad intervenire dopo il discorso del premier Giuseppe Conte, intervento che comincia dopo l’invito da parte della presidente del Senato Elisabetta Casellati ad abbandonare i banchi del governo e prendere posto tra quelli dei senatori. “Rifarei tutto quello che ho fatto“, questo l’esordio del leader leghista che poi prosegue “con la grande forza di essere un uomo libero. Non ho paura del giudizio degli italiani, chi ha paura del giudizio degli italiani non è un uomo libero“. 

Il vicepremier si difende dagli attacchi del premier affermando: “Mi spiace che lei mi abbia dovuto mal sopportare per un anno. Pericoloso, autoritario, irresponsabile, incosciente? Bastava il Saviano di turno a raccogliere tutta questa sequela di insulti, bastava il Travaglio, un Renzi, non il presidente del Consiglio “, ha aggiunto in tono ironico. Durante l’intervento durato circa 20 minuti ribadisce il suo buon operato:”Da ministro dell’Interno porto a casa un’Italia più sicura dopo questo anno di governo“.

salvini in aula
(Twitter)

L’unica via che intravede il capo politico del “Carroccio” dopo la crisi di governo è il ritorno alle urne : “La via maestra è quella delle elezioni. Ma siamo pronti ad andare avanti: se volete tagliamo i parlamentari e poi andiamo a votare. Ci siamo anche per fare una manovra economica coraggiosa e tagliare le tasse a milioni di italiani“.

Salvini replica ai timori di Conte sui rapporti complicati tra Italia e Ue: “Io non voglio un’Italia schiava di nessuno. Non voglio catene. Sono stufo che ogni passo debba dipendere dalla firma di qualche funzionario europeo. Siamo o non siamo un paese libero e sovrano?” Affonda in maniera più pesante quando ricorda un aneddoto avvenuto tra il premier e Angela Merkel: “A me non è mai capitato di chiedere alla cancelliera Merkel consigli su come vincere la campagna elettorale visto che Salvini aveva chiuso i porti…

salvini in aula

In seguito lancia una frecciatina nei confronti degli ex alleati di M5s e probabilmente ispirato dal bacio dato al rosario durante il discorso di Conte dichiara: “Voi citate Saviano, noi San Giovanni Paolo II lui diceva e scriveva che la fiducia non si ottiene con la sole dichiarazioni o con la forza ma con gesti e fatti concreti se volete completare le riforme noi ci siamo. Se volete governare con Renzi auguri...”. In merito ad un possibile accordo di governo tra pentastellati e Pd aggiunge: “I casi sono due: o c’è già un accordo di potere, lecito ma irrispettoso della volontà degli italiani, per andare avanti cambiando la giacca, togliendo quella della Lega e mettendo quella del Pd; se non è così e c’è voglia di costruire e di terminare un percorso virtuoso, la via maestra è quella delle elezioni. Se volete noi ci stiamo: tagliamo i parlamentari e poi votiamo, e se vogliamo metterci pure una manovra coraggiosa per tagliare le tasse, ci siamo“.

Uno scroscio di applausi si leva dai banchi della Lega quando il loro leader ribadisce il proprio orgoglio nell’aver voluto convocare al tavolo del ministero dell’Interno le parti sociali, accusa mossagli da Conte, che sino a quel momento nessuno aveva voluto e saputo ascoltare a dovere. Evidenzia come non si debba aver paura di stare vicino alla gente e di dare la possibilità a tutti di poter dialogare.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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