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Da sei mamme, “lettere senza confini” ai figli che non ci sono più

A poco più di un mese dall’uscita del libro-testimonianza di un gruppo di madri prosegue la raccolta dei proventi, ricavati dalla vendita, per la consegna, prima dell’estate, di due borse di studio ad Amatrice

Sei mamme di Firenze, Mantova e Rieti scrivono lettere a figli che non ci sono più per raccontare il coraggio e quanto è stato costruito in loro ricordo. A poco più di un mese dall’uscita del libro “Lettere senza confini”  (Edizioni  Adv di Firenze) curato dalla giornalista fiorentina, Gaia Simonetti con un presente nel calcio nell’Area Comunicazione della Lega Pro, prosegue la raccolta dei proventi, ricavati dalla vendita, per la consegna, prima dell’estate, di due borse di studio ad Amatrice.

La cerimonia di consegna coincide con la premiazione del concorso letterario nazionale dedicato a Filippo Sanna, giovane scomparso col terremoto di Amatrice, a cui è indirizzata la lettera di mamma Stefania presente nel libro.

Ci sono giorni in cui la parola fine mette un doloroso punto nell’anima. È un punto marcato, che oltrepassa il foglio, così come trapassa il cuore. Altri, invece, con la complicità del tempo si caricano di speranza e di voglia di ripartire e modificano il viversi addosso in primi passi per riprendere a esistere. E’ quanto hanno fatto 6 mamme, che non si conoscevano. Accumunate da un dolore senza fine come la perdita di un figlio.

Dalla condivisione del dolore è nato un libro, che trae ispirazione dalla speranza. Una speranza che riempie la loro vita, così come invade le pagine del volume che parte da una base: l’amore che prende forma nelle lettere di genitori rivolte ai figli scomparsi. Non parlano troppo al passato, usano anche il futuro e cercano di ripartire.  Si volgono indietro, si soffermano, poi vanno avanti.

È una lezione di vita quella regalano Barbara (di Firenze),  Giovanna (di Fucecchio, in provincia di Firenze),  Laura (di Mantova), Paola (di Firenze), Stefania (di Firenze), ancora Stefania (di Rieti), le mamme di un bimbo mai nato, di Mauro, di  Elena, di Michela, di Lorenzo e di Filippo. Si rivolgono ai figli , scrivendo quanto il ricordo e ciò che si costruisce per loro è di supporto per un nuovo cammino.

Sono lettere che, oltrepassando la dimensione temporale, superano ogni dimensione per raccontare lo scorrere della vita, il suo incedere a passi lenti, poi più spediti.

“Dal un dolore possono nascere piccoli nuovi mondi e si possono trovare nuove spalle per sorreggere il peso – spiega Gaia Simonetti, autrice del libro -. Da questa base nasce il nostro libro che ha un traguardo sociale. Parte dei proventi derivati dalla vendita serviranno per due borse di studio per studenti di Amatrice”.

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