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Debutta on demand il docufilm “Cecchi Gori. Una famiglia italiana”

Domani debutterà su tutte le principali piattaforme di video on demand “Cecchi Gori. Una famiglia italiana“, docufilm scritto e diretto da Simone Isola e Marco Spagnoli, prodotto da Giuseppe Lepore per Bielle Re e distribuito dall’Istituto Luce-Cinecittà, che racconta la storia dei produttori Mario Cecchi Gori e di suo figlio Vittorio, in grado per sessanta anni di regalare al nostro cinema molti dei più grandi successi di pubblico e critica, in Italia e all’estero. La pellicola era stata presentata lo scorso anno, in anteprima mondiale, alla Festa del Cinema di Roma.

Una storia che si può sintetizzare con il quattro, ovvero il numero dei premi Oscar conquistati attraverso l’attività di produzione cinematografica di famiglia: il primo lo conseguirono grazie al film “Il postino“, premiato dall’Academy nel 1996 per la migliore colonna sonora, mentre gli altri tre furono merito della pellicola “La vita è bella“, vincitrice della statuetta per la migliore colonna sonora, miglior film straniero e miglior attore protagonista, ruolo interpretato da Roberto Benigni.

cecchi gori

A raccontare tutto questo nel docufilm è uno dei protagonisti principali della storia: Vittorio Cecchi Gori, uomo che ha conosciuto la gloria e la galera, all’interno di un’epica privata e che racconta molto anche dell’Italia politica. L’imprenditore ad un certo punto della sua vita si è ritrovato a ricoprire contemporaneamente il ruolo di presidente della società Cecchi Gori Group, presidente della Fiorentina, presidente dell’emittente televisiva Telemontecarlo, senatore della Repubblica italiana, spesso impegnato in numerosi viaggia tra Stati Uniti e Italia per seguire le produzioni cinematografiche in prima persona. Un’intensa attività professionale che, per ammissione dello stesso Vittorio, ha finito per condizionarlo in alcune scelte economiche del gruppo rivelatesi in seguito catastrofiche.

A dare poi voce all’ascesa del più grande gruppo di produzione e distribuzione cinematografica italiano di tutti i tempi, con oltre 300 successi prodotti e ben oltre 1.000 distribuiti in 50 anni, anche le preziose testimonianze di quegli amici che non hanno mai abbandonato Vittorio: dai vincitori dell’Oscar Roberto Benigni e Giuseppe Tornatore, ai campioni di incassi Leonardo Pieraccioni e Carlo Verdone, agli amici Lino Banfi, Rocco Papaleo e Marco Risi.

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Tra le esperienze più rilevanti quella legata al mondo del calcio, prima Mario e poi Vittorio, si susseguirono dal 1990 al 2002 alla presidenza della Fiorentina, che si può considerare una vera e propria passione di famiglia. A parlare nel documentario ci sono grandi allenatori e campioni viola come Giancarlo Antognoni, Claudio Ranieri e Roberto Mancini, attuale CT della Nazionale di Calcio italiana.

Durante la presidenza dei Cecchi Gori il palmares del club toscano è stato arricchito con la vittoria di due Coppe Italia e una Supercoppa italiana, la vittoria di un campionato di Serie B nella stagione 1993/94, oltre il raggiungimento in due occasioni terzo posto nella massima serie (stagioni 1995/96 e 1998/99) centrando nel 1999 una storica qualificazione in Champions League e una semifinale in Coppa delle Coppe stagione 1996/97 persa contro il Barcellona che si aggiudicherà il trofeo a spese del Pasir Saint Germain.

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Mentre hanno indossato la casacca dei gigliati grandi giocatori del calibro di Omar Gabriel Batistuta Batistuta, Rui Costa, Francesco Toldo, Adriano, Enrico Chiesa, Luis Oliveira, Mijatovic, Repca, Moreno Torricelli, Angelo Di Livio, Domenico Morfeo, Edmundo, Brian Laudrup, Abel Balbo, Adani, Francesco Baiano, Anselmo Robbiati, Francesco Flachi, Marco Branca e Stefano Bettarini.

Cecchi Gori – Una famiglia italiana” è la storia di padri e figli, intellettuali appassionati, uomini talora deboli dinanzi alle tante donne delle loro vite, ma – dice il regista Marco Spagnoli – è anche il racconto di una bottega rinascimentale diventata industria con l’ambizione di trasformarsi in qualcos’altro ancora“.

Nelle note di regia si legge: “Vittorio è un uomo solo, ma si sente ancora il magnate, il produttore, il presidente della squadra di calcio, il senatore, il playboy; sono i frammenti di un passato dissolto rapidamente, davanti a noi riuniti, concentrati, distillati dal tempo, dalle traversie e dagli eccessi in un uomo che, di persona, è un pallido riflesso di quello raccontato dalla cronaca di oltre trent’anni di vita, affari e pettegolezzi“.

Gran parte del docu-film è stato girato nella casa ai Parioli dei genitori di Vittorio, acquistata con i ricavi de ‘Il sorpasso‘, capolavoro diretto da Dino Risi e interpretato da Vittorio Gassman. “Chiusi i palazzi, finite le cene, rimasti vuoti i bicchieri di champagne e i letti una volta riempiti da donne abituate a schermi panoramici per le loro bellezze, Vittorio Cecchi Gori – si legge ancora nelle note di regia –, come succede solo agli adolescenti scapestrati e ai nobili russi decaduti nei romanzi di Dostoevskij, è tornato a casa dei suoi genitori per non uscirne più“.

Sono rimasto figlio, sono rimasto figlio“, così Vittorio Cecchi Gori ha affermato in più occasioni durante una visita sul set del film in quella casa dei genitori in cui si era rifugiato, dopo aver dovuto abbandonare il prestigioso appartamento di Palazzo Borghese. Non solo, in quella casa romana, ha confessato, sempre in quell’occasione, con un certo infantile candore: “Ogni tanto mi sembra di veder comparire il babbo e la mamma“.

Carlo Saccomando

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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