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Manovra, 167 ok al Senato tra tagli, imbarazzi e polemiche

A tarda notte il Senato approva la manovra economica, con un voto di fiducia al Governo. I voti a favorevoli sono stati 167, 78 i contrari e 3 gli astenuti.

L’unico commento dal Governo è del premier Giuseppe Conte che è laconico “Un primo passaggio è stato completato, adesso passiamo alla Camera”.

Quello vissuto ieri in Senato è stato il giorno più lungo e difficile della Legislatura. Si doveva approvare il documento finanziario che da giorni è al centro dell’interesse del Paese per i fondamentali risvolti che porta con sé. Nel pomeriggio il testo dell’emendamento al Def è stato licenziato dalla Commissione, che è stata letteralmente presa d’assalto dall’opposizione che ha contestato le procedure e i tempi con cui si sono svolti i lavori di controllo.

In un clima surreale, fatto di polemiche e in piena bagarre, il testo è arrivato in aula per essere approvato non tanto nel merito, ma mediante la fiducia al Governo.

Gli interventi sono stati solo dei senatori d’opposizione, che hanno criticato con toni veementi e sarcastici il provvedimento. I più vivaci sono stati alcuni senatori del Pd che hanno cominciato a lanciare fogli in aria al grido di “vergogna”.

Le dichiarazioni di voto sono iniziate alle 23,30. Il voto sulla fiducia è arrivato in piena notte, con la maggioranza compatta nel dare il proprio sostegno al Governo, anche se diversi senatori nutrono perplessità sugli effetti pratici degli emendamenti che hanno completamente modificato l’impianto originario della manovra 2019, rispetto alla quale vi sono evidenti tagli nelle principali misure previste. Il Pd annuncia la volontà di ricorrere per annullare il provvedimento.

Per ottenere il definitivo via libera, la finanziaria il 28 dicembre affronterà il giudizio della Camera dei Deputati

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