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Di Maio alza la posta: vacilla l’intesa col Pd sul Conte-bis

ROMA. Luigi Di Maio alza la posta per il governo dopo il colloquio con Conte e torna alta la tensione con il Pd in vista di un esecutivo giallorosso. “Se entreranno i punti M5s nel programma di governo si parte, altrimenti meglio il voto”, ha detto dopo aver consegnato al premier incaricato una lista di 20 punti che non contiene la modifica dei decreti-Salvini sulla sicurezza. Ma i Dem respingono l’aut-aut, con Zingaretti che definisce le parole di Di Maio un ultimatum inaccettabile

È una mossa quella di Di Maio che gli scatena contro un’ondata di polemiche non solo dal Pd ma soprattutto dall’interno del Movimento. C’è quella dei parlamentari che sospettano una manovra tutta incentrata a garantire il mantenimento del ruolo di vicepremier per il capo politico. Segnali che uniti alla preoccupazione per le sorti dell’accordo con i Dem danno la stura all’ala ortodossa del Movimento che preme per un accordo e non solo. Luigi Gallo, Roberta Lombardi, Carla Ruocco, Elena Fattori sono tra quelli che escono allo scoperto per bacchettare sia Di Battista sia Di Maio.

Giuseppe Conte

“Il Pd dice che il problema nel far nascere un Governo di concretezza sarebbe Di Maio al Viminale. Sono sicura che il nostro capo politico non antepone se stesso al Paese. Non sarebbe da 5 Stelle”, scrive su Twitter la Lombardi. Un segnale degli umori del gruppo arriva anche dai presidenti di Camera e Senato 5 Stelle che hanno convocato nel pomeriggio tutti i capigruppo in Commissione del Movimento.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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