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Diciotto anni fa l’11 settembre a Ground Zero, la data che cambiò il mondo

L’11 settembre 2001 diciannove terroristi di Al Qaeda dirottarono 4 aerei usandoli come missili per attaccare il cuore degli Stati Uniti, uccidendo 2.974 persone e ferendone altre 6 mila. Fu il peggior attacco contro l’America da Pearl Harbor nel 1941, il più grave della storia contemporanea. L’America ricorda oggi l’11 settembre. È il diciottesimo anniversario dell’attentato più letale avvenuto sul suolo degli Stati Uniti.

Sono le 8:46 dell’11 settembre 2001 a Manhattan quando il primo aereo dirottato dai terroristi partito da Boston in direzione di Los Angeles si abbatte contro la torre Nord del World Trade Center. Alle 9,03 il secondo aereo entra nella torre Sud, alle 9,37 un terzo aereo colpisce il Pentagono. La torre Sud collassa su se stessa alle 9,59 e alle 10:03 il volo United 93 si schianta a Shanksville, Pennsylvania, mentre i passeggeri cercano di riprenderne il controllo. Alle 10,28 crolla anche la torre Nord. Una nuvola di cenere e polvere avvolge Manhattan. A Ground Zero muoiono 2106 persone, 125 rimangono uccise al Pentagono e 40 a Shanksville. A queste si aggiungono i 206 passeggeri deceduti sugli aerei American Airlines Flight 77, United Airlines Flight 175, American Airlines Flight 11, le cui sigle verranno per sempre ritirate dai cieli.

Negli attentati 3 mila bambini hanno perso almeno un genitore e 100 nati nei mesi successivi non conosceranno mai il loro papà.  La commemorazione avrà luogo come sempre con cerimonie funebri e appelli a non dimenticare. I parenti delle vittime dell’attentato dell’11 settembre 2001 si raduneranno come sempre a Ground Zero. Donald Trump parteciperà invece a un rito commemorativo al Pentagono, dove è presente anche George W. Bush che era presidente al momento degli attacchi. Il vice presidente Mike Pence prenderà la parola vicino a Shanksville, in Pensilvania, dove è avvenuto il terzo attacco terroristico. E in tutte le scuole dello Stato di New York, gli studenti osserveranno un minuto di silenzio, diventato di recente obbligatorio per legge. Gli aerei che furono sequestrati dai terroristi quell’11 settembre 2001 e poi deviati contro le torri gemelle a Manhattan e contro il Pentagono hanno fatto 3mila vittime, i cui nomi saranno letti ad alta voce durante la cerimonia a Ground Zero. Le conseguenze di quell’attentato sono visibili su ogni piano: dalla sicurezza aeroportuale alla war on terror, la guerra contro il terrorismo intrapresa da Stati Uniti e alleati in molti Paesi a maggioranza musulmana. Intanto, a ridosso dell’anniversario dell’11 settembre è stato fatto esplodere un razzo contro l’ambasciata americana in Afghanistan dove, dopo l’attentato del 2001, è cominciata un’invasione americana che si è trasformata nella guerra più lunga mai condotta dagli Stati Uniti.

Le missioni militari in Afghanistan e Iraq sono per molti osservatori le principali cause della situazione di instabilità e distruzione che vige nei Paesi. Proprio fra due settimane, si diplomeranno all’Accademia dei Vigili del Fuoco di New York 13 figli di pompieri caduti nell’intervento per aiutare le vittime degli attentati contro il World Trade Center. Si aggiungono a questa classe “storica” anche il figlio di un agente della polizia di New York ucciso l’11/9 e i figli di altri due pompieri morti per patologie legate all’intervento a Ground Zero. Dal 2001, decine di figli e figlie di pompieri si sono diplomati all’accademia della Grande mela, ma mai come la classe di quest’anno.

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