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Disatteso il diritto alla protezione delle donne vittime di violenza

Dal rapporto della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio, emerge che il diritto alla protezione delle vittime è spesso disatteso

L’indagine della commissione del Senato sul femminicidio è stata presentata venerdì 16 luglio. È stata effettuata prendendo in esame il periodo di tempo che va dal 2016 al 2018 attraverso un’applicazione informatica che ha rivolto questionari mirati a: procure, tribunali ordinari, di sorveglianza, Csm, scuola superiore della magistratura, consiglio nazionale forense e ordini degli psicologi.

Quanto è emerso dal rapporto della commissione

Dal rapporto è emerso che “serve molta più formazione e specializzazione per riconoscere e con affrontare con efficacia la violenza contro le donne, sanzionarla, prevenire escalation, sostenere le donne che denunciano“. Il dato più sconcertante è stato quella inerente al diritto di protezione delle donne, troppo spesso disatteso, nonostante la Convenzione di Istanbul prescriva di rendere concreto tale fondamentale diritto.

La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ovvero Convenzione di Istanbul, sottoscritta dall’Italia il 27 settembre 2012, è stato il primo strumento internazionale volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne vittime di violenza e interviene specificamente anche nell’ambito della violenza domestica, che non colpisce solo le donne, ma anche altri soggetti, ad esempio bambini ed anziani, ai quali  si applicano le medesime tutele.

violenza donne

Il diritto di protezione in concreto

Per protezione e del sostegno alle vittime particolare enfasi viene posta sulla necessità di creare dinamiche di collaborazione per un’azione coordinata tra tutti gli organismi, statali e non, che rivestono un ruolo importante nella funzione di protezione e sostegno alle donne vittime di violenza.

Per proteggere le vittime è necessario che sia dato rilievo alle strutture di accoglienza , attraverso un’attività informativa adeguata che deve tenere conto del fatto che le vittime, nell’immediatezza del fatto, non sono spesso nelle condizioni psico-fisiche di assumere decisioni pienamente informate.

I servizi di supporto possono essere generali come servizi sociali o sanitari offerti dalla pubblica amministrazione oppure specializzati. Fra questi si prevede la creazione di case rifugio e quella di linee telefoniche di sostegno attive notte e giorno. Strutture ad hoc sono inoltre previste per l’accoglienza delle vittime di violenza sessuale.

Ebbene questa protezione e l’attuazione dei servizi inerenti in Italia stenta a decollare.

Valentina Roselli

Laureata in Scienze Politiche, giornalista, ha iniziato come cronista per importanti testate nazionali e locali, ha collaborato con alcuni periodici di attualità occupandosi di politica ed è stata direttrice editoriale del quotidiano "Notizie Nazionali". Negli ultimi anni ha lavorato come ghostwriter e ha collaborato ad inchieste giornalistiche di attualità per radio e tv online.

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