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E’ morto Piero Terracina, tra gli ultimi sopravvissuti di Auschwitz

ROMA. Si è spento nella capitale a 91 anni Piero Terracina, uno degli ultimi sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz. Quando aveva solo 15 anni da Roma fu incarcerato a Regina Coeli con la famiglia, nel giorno della Pasqua ebraica del 1944, poi nel campo di Fossoli, vicino a Modena. Infine, venne trasferito nel campo di sterminio di Auschwitz. Degli otto componenti della sua famiglia, Piero sarà l’unico a fare ritorno in Italia.

Soltanto lo scorso dicembre il Consiglio comunale di Campobasso aveva stabilito all’unanimità di conferire la cittadinanza onoraria a Terracina e ad altri sopravvissuti della Shoah, tra cui anche la senatrice Liliana Segre.

Sono numerosi i messaggi di cordoglio da parte della politica italiana. “Ho appreso con tristezza la notizia della scomparsa di Piero Terracina, ultimo tra i sopravvissuti della deportazione degli ebrei romani e testimone instancabile della memoria della Shoah. Ai suoi familiari e alla comunità ebraica di Roma esprimo sentimenti di vicinanza e di cordoglio”, dichiara in una nota il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre il premier Conte scrive su Twitter: “Primo Levi ammoniva di non togliere il segnalibro della memoria dalla pagina dell’Olocausto. Addio a #PieroTerracina, la sua testimonianza su Auschwitz è memoria collettiva: un patrimonio che ora tocca a noi alimentare perché possa trasmettersi anche alle future generazioni”.

Anche Luigi di Maio esprime il cordoglio suo e del Movimento 5 Stelle: “Tutta la mia vicinanza alla comunità ebraica per la scomparsa di Piero Terracina, per cui tutto il M5S esprime cordoglio. Quella di Terracina è stata una testimonianza importante e cruciale degli orrori del nazifascismo, una testimonianza che nel tempo ha rafforzato la nostra memoria, dando una rilevante spinta culturale e civile alle attuali e future generazioni”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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