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Emissione o il rinnovo di permessi di soggiorno falsi, tre arresti

MILANO. Erano in possesso delle credenziali per l’accesso al sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate, per l’interrogazione e la trasmissione agli archivi. Anche così regolavano la posizione in Italia di stranieri. Per questo gli agenti della Polizia di Stato di Milano hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di un egiziano di 55 anni, e di suo figlio di 22 e di un 55enne (gli ultimi due sono italiani) accusati di aver costituito un’associazione a delinquere, che operava a Milano e a Cologno Monzese, finalizzata a far ottenere, con documentazione falsa, l’emissione o il rinnovo di permessi di soggiorno a stranieri privi dei requisiti.  Le tariffe variavano da poche centinaia di euro, per le pratiche più semplici, a qualche migliaio di euro per quelle più complesse. Tutti i pagamenti venivano effettuati in contanti o con versamenti di danaro sulla piattaforma Western Union.

Il gruppo – stando a quanto accertato dalle indagini della Digos – puntava soprattutto a garantire un lavoro e quindi un reddito ai migranti. Per farlo, il commercialista apriva una finta impresa individuale con partita Iva e creava movimenti di soldi giusto per il tempo necessario alle forze dell’ordine per verificare i requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno. Così, i migranti diventavano specializzati in tinteggiatura e posa di vetro, si garantivano un reddito – in realtà finto – e riuscivano a ottenere i documenti. In altri casi – ha ricostruito la polizia – gli stranieri venivano assunti da quelle stesse ditte individuali, che poi a lavoro “finito” venivano chiuse. La banda era ormai specializzata e rodata, tanto che gli investigatori della Digos hanno scoperto contatti con molti cittadini stranieri residenti in Francia che venivano in Italia e si rivolgevano a loro per ottenere tutte le carte necessarie al rinnovo del permesso di soggiorno. 

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