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Fabio Ridolfi sceglie di porre fine alle sue sofferenze con la sedazione profonda

Fabio Ridolfi, 46enne marchigiano immobilizzato da 18 anni a letto a causa di una tetraparesi, ha scelto di porre fine alle sue sofferenze tramite la sedazione profonda e continua. Lo ha comunicato lui stesso, attraverso l’ausilio di un puntatore oculare, in un video diffuso su YouTube dall’Associazione Luca Coscioni nel quale ha spiegato i motivi della sua scelta: “Non posso più continuare a soffrire a causa dei ritardi di uno Stato che mi ignora“.

Ridolfi ha spiegato come da due mesi la sua sofferenza sia stata riconosciuta come “insopportabile” dal Comitato Etico della Regione Marche, e che quindi abbia diritto ad essere “aiutato a morire”. Ma nonostante ciò l’uomo denuncia l’immobilismo dello Stato che continua ad ignorarlo. Motivo per il quale ha deciso di optare per la sedazione profonda e continua, nonostante questa scelta, che ha tempi più lunghi rispetto all’utilizzo di un trattamento farmaceutico per il fine vita, prolungherà lo strazio delle persone alle quali è legato.

ASUR Marche ha comunicato con 40 giorni di ritardo il via libera del Comitato Etico

L’Associazione Luca Coscioni fa sapere che la decisione giunge a seguito della mancata risposta da parte del Servizio Sanitario Regionale delle Marche che, dopo aver comunicato con 40 giorni di ritardo il parere del Comitato Etico con il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria, non ha mai indicato il parere sul farmaco e sulle relative modalità di somministrazione.

Per questo motivo Fabio Ridolfi, il 27 maggio, aveva anche diffidato formalmente l’Azienda sanitaria unica regionale Marche a effettuare in tempi brevi le verifiche sul farmaco. Una diffida cui, però, l’Azienda sanitaria unica regionale ad oggi non ha mai risposto; decorsi i termini, i legali di Fabio avrebbero potuto legittimamente procedere  con un’azione penale nei confronti dei responsabili dell’inadempimento per omissione di atti d’ufficio.

Marco Cappato e Filomena Gallo: “Fabio aveva un diritto, ma non ha potuto esercitarlo. Nel frattempo la legge è insabbiata al Senato”

Polemico il commento di Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, e l’avvocato Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione e coordinatrice del collegio difensivo del 46enne, che in un comunicato stampa unificato scrivono: “Fabio aveva un diritto, quello di poter scegliere l’aiuto medico alla morte volontaria, legalmente esercitabile sulla base della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale (Cappato\DJ Fabo). Un diritto che gli è stato negato a causa dei continui ritardi e  dell’ostruzionismo di uno Stato, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta“.

I due lanciano inoltre un’accusa a tutto il mondo della politica italiana, senza distinzione di schieramento: “Non possiamo non notare anche il silenzio assoluto della politica nazionale, impegnata nell’insabbiamento al Senato del testo di legge sull’aiuto al suicidio, dopo che la Corte costituzionale ha impedito al popolo di esprimersi sul referendum“.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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