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Festa del papà, Fabio Volo legge la toccante lettera di un padre anziano al figlio

Lettera di un anziano padre al figlio, letta da Fabio Volo (Radio Deejay)

Questa mattina il famoso scrittore, attore, conduttore televisivo, speaker radiofonico e sceneggiatore Fabio Volo, nel corso del programma “Il volo del mattino” in onda su Radio Deejay, in occasione della festa del papà ha letto le parole di una toccante lettera che un padre in età avanzata ha scritto al proprio figlio.

Il testo in questione circola ormai da anni sul web, l’autore è sconosciuto, ma è tornato alla ribalta lo scorso anno, sempre in occasione della festa del papà, quando Fabio Volo l’aveva letta per la prima volta in diretta e a stento era riuscito a finirla in quanto la commozione aveva preso il sopravvento.

lettera padre anziano al figlio
Fabio Volo (Facebook)

Le parole di questa lettera riescono ad entrare nel cuore e nell’anima dei lettori come un pugno nello stomaco: un padre che si immagina sia molto anziano chiede al proprio figlio di essere paziente e comprensivo con lui, perché le facoltà intellettive, ma sopratutto le capacità fisiche, non sono più quelle di un tempo. Un passato nel quale il padre aveva avuto il ruolo di guida, mentre con la vecchiaia i ruoli si ribaltano a causa della fragilità umana.

Dedichiamo questo testo a tutti i padri che oggi festeggiano questa importante ricorrenza, ma sopratutto ai figli, che attraverso queste parole possano comprendere ancora di più l’importanza dei propri genitori e soprattutto la grande responsabilità che si acquisisce quando questi diventano anziani.

Lettera di un padre anziano al figlio

“Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi… abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere… ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare… ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc; quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso… dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi. Quando dico che vorrei essere morto… non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo figlio mio.”

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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