• POLITICA

Figuraccia a Roma: nome sbagliato sulla targa dedicata a Ciampi

Rimandata l'inaugurazione del largo intitolato all'ex presidente della Repubblica. La targa non sarebbe stata scoperta perché scheggiata: ma sotto il drappo si legge 'Azelio'.

Quest’oggi la giunta comunale guidata dalla sindaca di Roma Virginia Raggi è incappata nell’ennesima brutta figura, in quella che sarebbe dovuta essere la cerimonia di inaugurazione di un largo, sul Lungotevere Aventino, intitolato all’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

La Raggi e i suoi più stretti collaboratori sono letteralmente in-ciampati sulla targa dedicata al predecessore di Giorgio Napolitano. Poco prima dell’evento, al quale presenziavano le tre più importanti cariche dello Stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente della Camera Roberto Fico  e il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, gli organizzatori hanno cancellato la cerimonia giustificandosi così con i presenti: “La targa è scheggiata“.

Peccato che da sotto il drappo giallorosso, colori simbolo della città, si intravedesse la scritta “Carlo Azelio Ciampi“, ovvero senza la lettera G nel nome Azeglio. Per quanto i rappresentanti del Comune avessero provato invano a controllare se fosse caduta a terra, e nel caso provveduto a ripristinarla tra la E e la L, sono stati costretti ad annullare la cerimonia e rispedire a casa tutti i presenti, alte cariche dello Stato comprese, lasciando coperta la targa.

La sindaca Raggi, a margine di una conferenza stampa in Campidoglio, in merito all’errore sulla targa del Presidente Emerito ha affermato: “Sono stata avvisata questa mattina, ho dato subito l’ordine di procedere ad una nuova targa che infatti già adesso è collocata al suo posto”. Nessun accenno ad un eventuale errore sul secondo nome di battesimo. Come affermato dalla sindaca pentastellata la targa è stata poi sostituita con un’altra corretta e svelata al pubblico.

Ciampi
Il simpatico fotomontaggio realizzato da Sirio e pubblicato su Twitter (@siriomerenda)

Non è la prima volta che Ciampi è vittima di un errore

E non è la prima volta che Ciampi è vittima di un errore: era già accaduto il 16 settembre 2016, giorno della sua morte, quando sul televideo era apparsa la notizia: “È morto il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. 61 anni, residente a Pomezia, incensurato, custodiva in casa un’arma da guerra e diverse munizioni. Durante la perquisizione nella sua casa i carabinieri hanno scoperto un mitragliatore MP40, calibro 9, di fabbricazione tedesca in perfette condizioni, funzionante e completo di caricatore”.

Il comunicato proseguiva aggiungendo con dovizia di particolari l’arma in possesso dell’ex Governatore della banca d’Italia: “L’arma, risalente alla II Guerra Mondiale, è una vera “chicca” per collezionisti considerando che si tratta del mitra d’ordinanza della Wehrmacht e delle Waffen-SS durante il conflitto. A casa dell’uomo, i Carabinieri hanno rinvenuto anche migliaia di proiettili e cartucce di vari calibri”. Poi la notizia si concludeva affermando che per l’uomo si erano aperte le porte del carcere di Regina Coeli, mentre più presumibilmente sarebbe stato il caso di affermare che si erano aperte quelle del Paradiso.

La Rai aveva poi fatto sapere che l’errore si era verificato per la sovrapposizione di due due notizie accadute lo stesso giorno: la morte di Ciampi e l’arresto di un 61enne di Pomezia.

Nell’epoca dei social e del citizen journalism bisognerebbe essere più trasparenti

A parte l’ironia dettata da una situazione alquanto surreale non è grave il fatto che sia stato commesso un errore, errare humanum est asserivano i latini, ma è inaccettabile che nel 2021 ci sia ancora qualcuno capace di mentire all’opinione pubblica nonostante la verità sia palese sotto gli occhi di tutti grazie ai media, ai social network e al passaparola supportato da foto e video.

Sarebbe il caso che l’amministrazione capitolina si ispirasse al drappo giallorosso posto sopra la targa in travertino: dovrebbe essere più trasparente. Molto probabilmente ne gioverebbe sia a livello di consenso elettorale che a livello di immagine.

Tags

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

Articoli correlati