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Finlandia il Paese più felice al mondo, Italia al 36° posto

NEW YORK. La Finlandia è appena stata confermata il Paese più felice del mondo dal World Happiness Report 2019 dell’ONU. Condividendo il podio con altri due Paesi nordici, Danimarca e Norvegia (rispettivamente al secondo e terzo posto), il Paese dei 190 mila laghi è davvero quello della felicità. I fattori di cui si è tenuto conto sono la libertà individuale, l’aspettativa di vita, la prosperità economica e lo stato del welfare.

L’immagine che si ottiene della Finlandia è quella di una società particolarmente high-tech e attiva in ambito commerciale, con uno sguardo rivolto alla politica internazionale, soprattutto per quanto concerne formazione e arte. Decidendo di restarvi a lungo, ben più del tempo di una vacanza, ci si renderà conto di come sia un paese ricco di contrasti, sociali e paesaggistici. Basti pensare alla suddivisione abitativa dei suoi 5,5 milioni di abitanti. Più della metà vive in città mentre il resto occupa le aree rurali. Ciò porta a una netta distinzione tra gli stili di vita condotti e l’attenzione alle tradizioni. È dunque possibile scavare ben oltre la superficie dei centri cittadini, scoprendo realtà molto distanti dalle nostre e per questo molto intriganti.

Notizie positive arrivano anche per l’Italia: sebbene sia lontana dalla vetta è più felice che in passato, risalendo dal 47esimo al 36esimo posto. Per quanto concerne la top ten ci sono anche Islanda, Paesi Bassi, Svizzera, Svezia, Nuova Zelanda, Canada, Austria. Retrocedono gli Stati Uniti, dal 18esimo al 19esimo posto. E in fondo alla lista compaiono Siria, Malawi, Yemen, Ruanda, Tanzania, Afghanistan, Centrafrica e Sud Sudan.

“La felicità e il benessere delle persone rappresentano il fine ultimo e la missione di ogni società e governo – afferma l’ambasciatrice Mariangela Zappia, rappresentante permanente all’Onu -. Possiamo considerare la felicità come un prodotto della combinazione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Le politiche pubbliche devono tener conto in maniera coerente di tutti i fattori sociali, economici ed ambientali che incidono sul benessere della persona. L’Italia è stata tra i primi Paesi ad adottare questo paradigma”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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