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Genova, abbattute le prime case accanto all’ex ponte Morandi

GENOVA. Ieri alle 16.35 il primo pezzo di cornicione del civico 10 di via Porro si è sgretolato ed è caduto a terra sotto i colpi della gru in azione al cantiere est di ponte Morandi a Genova. Le operazioni che sono proseguite per ore sono state seguita in diretta da decine di persone e numerose televisioni. Si tratta della demolizione del primo degli edifici sotto le pile 10 e 11, quelle strallate, che dovrebbe consentire l’abbattimento dei monconi con l’esplosivo il prossimo 24 giugno.

La demolizione dei palazzi, sfollati dal 14 agosto 2019, è l’ultimo atto per un quartiere che esisteva da prima che il Morandi fosse costruito. “Contiamo di effettuare lo sgombero tra le 7 e le 22 del 24 giugno – spiega il commissario per la ricostruzione Marco Bucci -. Suggeriamo a chi possa farlo di trasferirsi altrove, per chi non potrà garantiremo ricovero e pasti”.

A seconda di quello che sarà il raggio di evacuazione (tra i 250 e i 500 metri) potrebbero essere dalle 1.000 alle 10 mila le persone interessate. “Al momento i modelli sull’esplosione – ci tiene a sottolineare sempre il commissario – dicono che non sarà necessario costringere queste persone a passare la notte fuori casa. Sappiamo che nel giro di quattro ore dopo la detonazione avremo lo stesso livello di polveri ex ante, e noi faremo aspettare 12 ore quindi il triplo del tempo necessario, per far rientrare le persone. Il primo a entrare nell’area interdetta sarò io”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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