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Guerra al terrorismo: il nazismo islamico da contrastare

Il terrorismo islamico, che non conosce alternative alle proprie irrazionali malattie di radice, genera vulnerabilità attraverso il metodo del terrore. Anche le debolezze delle sovrastrutture europee nel trovare un minimo comun denominatore antiterroristico fanno terrore. Comuni vittime in questa crisi di stabilità esistenziali della ordinarietà sono i cittadini eurocontinentali.

I cittadini dell’occidente sono figli e figlie nonché formiche laboriose su terreni dove sventolano bandiere occidentali lasciate sole, prive di una comune strategia sinergica di adeguato contrasto preventivo da parte della nostra civiltà liberaldemocratica contro ogni nazislamoterrorismo e contro ogni egoislamoterrorismo. Anche il folle ego di un singolo che al di fuori di ogni struttura genera terrore, in nome di false interpretazioni ideologiche, si pone in contrasto con il lume dell’individualismo occidentale. Quest’ultimo si fonda sui percorsi sofferti delle civiltà razionali, strette intorno alle sane ambizioni dei self made men and women nella ricerca di condivisibili progressi.

L’egonazismo dell’islamoterrorismo è il nostro nemico comune, e occorre anzitutto una struttura eurocontinentale occidentalista ed iper-tecnologica che non lasci fiato, che non lasci possibilità di genesi nonché d’azione al terrorismo anti-occidentalista. L’ego-nazislamoterrorismo vive per non farci vivere in libertà, spaventato dalla linearità della nostra liberaldemocrazia plurale.

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Una donna prega per le vittime dell’attentato alla cattedrale Notre Dame di Nizza (Twitter)

I fatti di Nizza con feriti e tre persone uccise – con dinamiche di sgozzamento a quanto al momento risulta – devono farci riflettere sull’urgenza di quest’altra pandemia culturale, improvvisa e intermittente, che si insinua per destabilizzare la salute e la vita stessa delle civiltà razionali di cui dobbiamo essere fieri perpetuatori. Cittadini morali ma non moralisti, cittadini che per edulcorare le punte algide degli illuminismi hanno inventato i romanticismi e al massimo gli avanguardismi: gli occidentalisti pretendano istituzioni centrali che sappiano tracciare una ferrea cortina per far poi breccia preventiva nei meccanismi genetici delle devianze di matrice terroristica, nazislamista, egoislamista o falso-islamista o di qualsiasi altra ideologia o disideologia si tratti.

Il sopra descritto atteggiamento di cortina non significa chiusura verso l’internazionalismo mondialista e filantropico, anzi è il presupposto gradualista di ogni inter- e trans-nazionalità culturale all’insegna di dialoghi condivisi per visioni comuni sempre più estese.

Per quel che concerne i valori maturati a duro prezzo nel corso della storia umana, valori che oggi con orgoglio possiamo declinare come i punti cardinali della bandiera delle civiltà occidentali, non possiamo farci vedere fragili e indecisi, sulla mobile scacchiera internazionale; non possiamo anzitutto permetterci di esserlo.

Metodo terroristico del nazislamismo vero, falso, criptico, monadico o plurisoggettivo che sia, la nostra battaglia di civiltà deve organizzarsi e strutturarsi in modo unitariamente determinante, contro la guerra dichiarataci attraverso l’intermittenza di azioni terroristiche, nei vari e indicativi spazi-parte della nostra identità storico-culturale.

Diversi politici italiani si sono già espressi sul punto. Andrea Orlando, per esempio, sulla sua pagina Facebook ha scritto quanto segue: “Il trattato di Lisbona che regola l’assetto dell’Unione europea prevede una Procura che combatta mafie e terrorismo in tutti i paesi membri. La Procura è stata istituita ma al momento si occupa soltanto di truffe contro il bilancio dell’Unione. Dopo i drammatici fatti di Nizza io credo si debba procedere nel senso indicato dal trattato. I Paesi dell’Unione combattono divisi tra loro il terrorismo che invece vuole colpire l’Europa per ciò che rappresenta nel suo insieme. Oggi Nizza, dopo Parigi, Bruxelles, Madrid, Berlino e tante altre città del nostro continente in questi anni. Le parole di solidarietà sono apprezzabili e vanno condivise ma adesso è necessario fare qualcosa di concreto. Serve una Procura europea antiterrorismo subito”.

Con grande competenza il responsabile nazionale per la politica estera del Partito Repubblicano Italiano, l’ambasciatore Sergio Vento, in un comunicato del 30 ottobre ha esternato una solidarietà propositiva circa i tragici eventi perpetrati in danno della Francia. Vento ha infatti scritto quanto segue: “L’ennesimo, criminale atto di terrorismo che ha colpito la Nazione francese suscita sdegno, solidarietà, senso di responsabilità. La viltà e la crudeltà dell’attacco contro cittadini fragili ed indifesi squalifica i suoi perpetratori ed ispiratori, senza equivoci o attenuanti. Va pertanto sdegnosamente e recisamente respinto infatti qualsiasi alibi di matrice religiosa, ideologica o politica. la solidarietà verso il governo ed il popolo francese si impone, senza esitazione, nell’attuale momento di drammatica emergenza. I nemici della dialettica democratica e del pluralismo vanno isolati e condannati dalla Comunità internazionale nelle sue pur realistiche articolazioni. Infine il senso di responsabilità che deve guidare l’Europa e l’Occidente. Su tale terreno, eminentemente politico, occorre moltiplicare ed articolare gli sforzi, nell’ambito dell’Unione europea e del rapporto transatlantico, volti a chiarire le ambiguità e le zone d’ombra che da decenni contrassegnano le relazioni con il Mondo Islamico. Vanno in particolare respinte le ricorrenti tentazioni di approcci nazionali, talora opportunistici e tattici, che disorientano le opinioni pubbliche e finiscono con il dare spazio al fanatismo. In particolare per l’Unione europea si impone oggi la necessità di una autentica Politica Estera, di Sicurezza e di Difesa Comune che, in un ritrovato spirito di intesa e collaborazione con gli Stati Uniti ed altri Paesi disponibili, indirizzi le proprie energie verso concreti obiettivi di stabilità politica, di crescita materiale e di dialogo culturale”.

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Cattedrale di Notre Dame (Twitter)

Nel centrodestra da tempo si parla di un opportuno pugno duro per la battaglia occidentalista. Le destre più identitarie, invece, distaccandosi dagli equilibri centristi non sono molto propense a compiere l’ulteriore, necessario passo di una costruzione prospettica di dialogo con gli islamici-in-generale, per cercare di arginare tutti insieme l’orrore nazislamoterrorista, o ciò che di diverso è, o ciò che si accerterà oltre ogni ragionevole dubbio esser stato anche a Nizza. Occorre infatti sottolineare che il mondo islamico è un cosmo eterogeneo, come quasi tutto nella vita, e che esistono per esempio ragazze musulmane che studiano il femminismo in giro per il mondo e che ne promuovono nuove e moderate riaffermazioni; queste ragazze sono musulmane, sorelle asimmetriche delle altre musulmane con l’ignobile burqa-imposto.

In ragione di questa eterogeneità il cosmo islamico pacifico e ufficialmente riconoscibile, dimostrando di essere aperto e partecipe ai post-illuminismi e ai civili paritarismi di genere della civiltà razionale, deve essere tra i primi soggetti a farsi carico di affilare le armi socio-culturali della lotta occidentalista al nazislamoterrorismo, solipsista o associato che sia. Ogni omissione di forte condanna e di pratico aiuto da parte degli islamici ufficiali verso il cuore ferito del nostro paneuropeismo, potrebbe aumentare le chiusure a quelle prospettive filantropico-universali che potrebbero costituire la parte finale di un complesso percorso comune step by step.

Molto più pragmaticamente, adesso, nell’immediatezza di questa realtà nonché in virtù del principio del rebus sic stantibus, non possiamo non dispiegare i più efficienti mezzi di personale, di tecnologia e di unione politica, investigativa ed infrastrutturale in funzione antiterroristica, qualsiasi sia l’ideologia o la disideologia che firma le ignobili azioni d’attacco alle nostre civiltà eurocontinentali, nonché al nostro inalienabile valore italiano.

Luigi Trisolino

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