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Il Cts valuta l’ipotesi di quarantena breve per chi ha la terza dose

Sono circa due milioni e mezzo gli italiani in isolamento a causa dei contatti con persone positive al Covid, numero che crea non poche preoccupazioni tra le le fila del Governo e tra i governatori di regione. Molti politici temono che l’incremento del numero di positivi, dovuto in gran parte alla diffusione della variante Omicron, e del conseguente isolamento delle persone a contatto con quest’ultimi possano causare una paralisi economica al Paese.

Per questo motivo è stato chiesto un parere al Comitato tecnico scientifico che dovrà pronunciarsi su un possibile accorciamento del periodo di quarantena per coloro i quali sono stati vaccinati con la dose booster.

L’ipotesi al vaglio: quarantena da 7 a 3-5 gioni

Il Cts convocato per domani, mercoledì 29 dicembre, dovrà valutare se a partire da gennaio 2022 sarà fattibile una riduzione della quarantena per chi ha ricevuto la terza dose dagli attuali 7 giorni ad un periodo compreso tra i 3 e i 5 giorni. Nonostante la proposta sia partita soprattutto dalle Regioni fonti interne al Governo sottolineano che saranno solo gli scienziati del Cts a fare una valutazione e a mettere sul tavolo una possibile modifica, prima di qualsiasi altra considerazione ufficiale.

Dopo le attente valutazioni da parte degli esperti del Cts, che insieme all’Istituto Superiore di Sanità sta analizzando i dati sulla curva epidemiologica e sulla percentuale di tamponi effettuati effettuati sino a mercoledì 29 dicembre, verranno comunicate le considerazioni finali al Governo che verosimilmente potrebbe convocare il giorno seguente un Consiglio dei ministri per valutare l’approvazione di eventuali nuove misure.

quarantena

Il sottosegretario Costa: “Per chi ha la terza dose si può prevedere una quarantena inferiore ai 7 giorni”

Sull’ipotesi di riduzione del periodo di quarantena per i vaccinati con terza dose è intervenuto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha dichiarato: “Il 78% dei cittadini è vaccinato con due dosi, il 10% circa non ne ha avuta alcuna, il 30 ha già avuto la terza dose di richiamo. Una differenziazione a questo punto va fatta: per chi ha il booster si può prevedere una quarantena inferiore ai sette giorni”.

“Per chi non è vaccinato la quarantena è di 10 giorni. Per chi ha già fatto due dosi è di 7. – ha aggiunto il sottosegretario, che non alcun dubbio sull’efficacia della dose booster : “Non saremmo credibili nell’invitare a fare il richiamo se non fossimo convinti che dà una maggiore protezione. Protegge dalla variante Omicron e, anche se i contagi aumentano, le conseguenze sono meno gravi“.

Il pressing delle Regioni

 Tra i principali sostenitori della quarantena breve c’è il governatore della Liguria, Giovanni Toti. “Bisogna cambiare le regole al più presto prima che si blocchi un intero Paese“, ha dichiarato Toti rilanciando le dichiarazioni dell’infettivologo Matteo Bassetti. “Andiamo verso circa 100mila contagi al giorno, il rischio è di avere nel giro di 7-10 giorni 10 milioni di persone in quarantena. Non ce lo possiamo permettere“.

Della medesima opinione il presidente della Conferenza delle Regioni e del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga che condivide la proposta di revisione delle regole della quarantena: “Dobbiamo garantire la sicurezza sanitaria ma al contempo non dobbiamo bloccare il Paese“. Concorde anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, secondo il quale è ragionevole “cominciare a fare una riflessione sulla quarantena per il vaccinato“.

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