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Il dramma di Mauro Bellugi: amputate entrambe le gambe dopo il Covid

Mauro Bellugi, classe 1950, ex difensore di Inter, Bologna, Napoli, Pistoiese e della Nazionale, attualmente opinionista fisso nella trasmissione ‘Diretta stadio… ed è subito goal!‘ su 7 Gold, a seguito di un’intervento chirurgico d’urgenza ha subito l’amputazione di entrambe le gambe dopo aver contratto il Covid-19.

A darne notizia è stato lui stesso in una video-chiamata effettuata al giornalista e collega opinionista Luca Serafini, che lo raccontato in un articolo scritto per il sito altropensiero.net.

Mauro era entrato in ospedale lo scorso 4 novembre positivo al Covid, col passare delle settimane la situazione si era aggravata a tal punto da costringere i medici all’amputazione degli arti inferiori. “È dura” ha confessato, ma è pronto a reagire. La moglie Lory ha affermato che pochi giorni dopo l’intervento il marito si era già messo alla ricerca su internet delle protesi con cui tornerà a rialzarsi più forte di prima: “Prenderò quelle di Pistorius, così nei corridoi degli studi televisivi ti sorpasserò”, ha scherzato con l’amico Serafini.

Mauro Bellugi
Mauro Bellugi con la maglia dell’Inter

Il roccioso terzino, o all’occorrenza stopper, è cresciuto nel settore giovanile nerazzurro per poi passare in prima squadra all’età di 19 anni coronando il sogno di giocare per la sua squadra del cuore, in cui ha militato per cinque stagioni e con cui è riuscito a conquistare l’unico scudetto in carriera, nella stagione 1970/71, l’undicesimo nella storia del club.

Sempre con la maglia della ‘Beneamata’ ha siglato l’unico gol da professionista: nel match di Coppa dei Campioni del 3 novembre 1971 a San Siro contro il Borussia M’gladbach, terminata 4-2 in favore dell’Inter. Marcatura che ha ricordato anche in questa particolare occasione facendo finta di prendersela con il chirurgo che lo ha operato: “Mi ha tolto anche la gamba con cui feci gol al Borussia Monchengladbach”.

A Serafini va il grande merito di aver elogiato l’enorme forza d’animo di un grande uomo, tale da farne un vero esempio per tutti. La definizione del campione potrebbe essere sintetizzata con le parole del giornalista nei confronti di Bellugi, un uomo che “non è abituato ad arrendersi, ma a lottare anche quando l’impresa sembra impossibile“.

Bellugi, tifoso interista, e Serafini, tifoso milanista, sono l’esempio che la fede calcistica è ben poca cosa rispetto a valori come l’amicizia, la solidarietà e il rispetto. Spesso bisognerebbe raccontare ai propri figli, ai propri cari o a i propri amici e conoscenze storie come questa piuttosto che propinare ‘dottrine sportive’ che hanno come unico intento quello di fomentare l’odio tra fazioni rivali. Lo sport è unione, condivisione, vicinanza e fratellanza, proprio come questa testimonianza racconta.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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