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Incontri ravvicinati

Homines inter se loquentes, “Homo faber fortunae suae”.

Ripensando ad un passo delle Sententiae di Appio Claudio Cieco, mi è occorso di riflettere su una delle questioni ricorrenti della quotidianità contemporanea: il dualismo fra la realtà concreta e quella virtuale. E’ fuor di dubbio che, negli ultimi anni, gli strumenti informatici abbiano canalizzato una enorme moltitudine di interlocuzioni d’ogni genere: dibattiti, scambi di opinioni, contrapposizioni, polemiche. E’ evidente che il mezzo digitale ha fatto da moltiplicatore ed amplificatore.

E, d’altronde, comunicare per via postale o anche telefonica non regge minimamente il confronto con lo strumento telematico, che ha aperto, per così dire, vere e proprie praterie alla comunicazione globale. Il rovescio della medaglia è costituito da ciò che si presenta, ontologicamente, come “l’apparente“, ossia uno scenario che mostra l’utente non per quello che realmente è, ma per come si descrive e per come il soggetto desidera percepire l’interlocutore.

Nè va taciuto che sovente i messaggi a destinatari plurimi, proprio in quanto tali, producono una sorta di effettiva spersonalizzazione. Per quanto paradossale possa sembrare, a fronte di una sensazione di apparente socializzazione, può in concreto verificarsi un senso di solitudine, scaturente da una comunicazione fraintesa ovvero fraintendibile, in ultima analisi, fallace. In buona sostanza, incombe il pericolo di una immagine deformata della personalità, che passa attraverso messaggi effimeri, incapaci di comunicare una gioia, un dolore, più in generale, un’emozione.

In contrapposizione, l’incontro “reale” è un “quid” ineliminabile per la comunicazione e la percezione di un sentimento, di un’emozione, di un convincimento profondamente autentici, i quali derivano sempre da un confronto personalizzato, connotato da informazioni che richiedono la “praesentia” per dispiegare tutto il loro significato.

Ciò posto, è innegabile che lo sviluppo dei sistemi digitali ha portato, in pochi anni, benefici incommensurabili ed ha veramente semplificato la vita in molteplici settori, annullando totalmente le distanze a livello mondiale. E, per evocare un fenomeno globale tuttora in corso, ossia la pandemia virale, è straordinario l’ausilio apportato dal digitale nel funzionamento delle scuole, delle Università, di tutte le attività, che non impongono la presenza.

incontri
Social networks (Pexels)

I social network e il fenomeno degli ‘influencer’

Qualche utile riflessione si può svolgere con riferimento ai social network, che permettono di interloquire con un ingente numero di soggetti e magari di “ritrovare” vecchi amici, allontanati dallo scorrere degli anni. Un beneficio, di proporzioni che si vorrebbe definire epiche, è rappresentato dalla possibilità di “navigare” sulle varie piattaforme di Internet. E qui il discorso va adeguatamente articolato. Ci troviamo di fronte ad uno strumento che “facit de nigro album“, giacché mette a disposizione di chiunque un preziosissimo contenuto di conoscenze, che permettono di migliorare la vita e di crescere culturalmente.

In siffatto contesto, peraltro, merita attenzione il fenomeno dei cosiddetti “influencer“. Si tratta di soggetti, o gruppi di soggetti, che, attraverso i “social network” comunicano con un numero indefinito di utenti, elargendo consigli sullo stile di vita, su banali comportamenti quotidiani atti a diventare, poi, più o meno, insensati esempi da seguire. Ebbene, non è disagevole notare come si corra il rischio di rinunciare a pensare e riflettere con la propria mente e di sviluppare dipendenza da un sistema che porta ad accettare passivamente e acriticamente determinati suggerimenti, quando non vere e proprie scelte di modus vivendi, “consigliate” da soggetti sconosciuti: scelte che possono essere il frutto di interessi economici, finanziari e quant’altro, con buona pace del libero arbitrio. 

Corsi scolastici per un uso consapevole del web

Senza ombra di dubbio, allora, non bisogna sottovalutare il fenomeno ed occorre porvi concreta attenzione, in particolare concentrando l’attenzione a tutela dei più giovani – utilizzatori continui e facilmente suggestionabili – e dei soggetti più deboli. E’ auspicabile che la società e soprattutto la scuola spronino a un utilizzo virtuoso dello strumento telematico. E non sarebbe fuor d’opera pensare ad una vera e propria materia di insegnamento, che facesse apprendere l’uso materialmente corretto del computer, ma anche i pericoli che si annidano in esso.

L’uomo che non possa o non sappia governare le macchine evoca scenari orwelliani assai inquietanti: l’umanità deve procedere nella sua evoluzione arricchita dall’apporto e dal sagace uso di esse.

Dott. Gustavo Cioppa, Magistrato già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia

Gustavo Cioppa

Dott. Gustavo Cioppa, Magistrato già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia.

9 risposte a “Incontri ravvicinati”

  1. Caro Gustavo, il “grande fratello” è già tra di noi e, purtroppo, la massa è guidata dalla macchina, pensa al fenomeno dei grillini…

  2. Molto interessante e vero quello che scrivi. Ancora complimenti! Buon ferragosto prossimo, sperando che non si verifichino troppi pericolosi assembramenti. Mariella e Lello.

  3. Il tema della comunicazione social è toccato nei suoi vari aspetti, positivi ma anche insidiosi perché nasconde la personalità di chi lancia i messaggi o risponde ad essi. Gustavo Cioppa esprime con lucidità e brevità giornalistica i punti chiave e invita a porre rimedi, soprattutto per gli effetti sui più giovani. Come l’alcol, il fumo, la droga, crea dipendenza. Grazie per queste riflessioni. Leggete questo articolo. E anche i tanti interessanti commenti che ha suscitato. Gli incontri social non possono sostituirsi a quelli reali. Ne abbiamo sofferto nei lockdown dovuti al covid. Ma la’ c’erano ragioni reali per evitare gli ‘incontri ravvicinati’.

  4. Homines inter se loquentes, ma il virtuale permette un vero dialogo?
    Nel dialogo fra presenti, guardandosi in viso, si esprimono le proprie opinioni, si replica alle opinioni altrui, con un’apertura all’altro che, a mio avviso, nel virtuale non c’è o difficilmente c’è.
    Ritengo che nel virtuale sia carente il vero confronto: sì, si possono esprimere opinioni, si può anche replicare, ma tutto ciò spesso è un dialogo fra sordi, sterili battibecchi che a volte terminano con l’abbandono del partecipante oppure con insulti.
    Manca un vero rapporto umano fra i partecipanti: si sta a distanza, non si guarda l’altra persona e le opinioni fluiscono senza filtri; al termine della chat il pensiero rimane quello che era all’inizio, non si è minimamente arricchito dal confronto.
    Credo che occorra imparare ad utilizzare gli strumenti che la tecnologia mette a nostra disposizione e condivido pienamente il pensiero dell’autore: sarebbe davvero auspicabile che la scuola insegnasse l’uso, i pericoli e le opportunità dei moderni strumenti comunicativi.
    Alessandro

  5. Caro Gustavo
    I nuovi mezzi di comunicazione hanno aiutato tanto , ma come ben sappiamo ogni cosa utile all’umanistica se mal gestita, crea distanze , divergenze e incomprensioni .
    Complimenti per le riflessioni che evocano i tuoi articoli
    Un abbraccio
    Arturo

  6. In questi ultimi anni con lo sviluppo dei sistemi digitali possiamo affermare che il mondo è cambiato radicalmente.
    In ogni settore si è assistito ad una velocizzazione e ad una amplificazione di tutti i rapporti.
    Oggi navigare ad esempio su internet è diventata la normalità, spazzando via l’uso delle vecchie enciclopedie e di tutto l’universo cartaceo fonte del conoscere nel passato.
    Anche le vecchie lettere scritte magari a mano sono state sostituite dalle e mail più immediate sia nell’ inoltro che nell’ ottenimento di risposte.
    Coi social network è possibile avere contatti immediati con tutto il mondo.
    Ma forse, se facciamo un’analisi più profonda, tutto questo ci ha fatto perdere un po’ la nostra personalità, l’umanità delle persone….
    Concordo pienamente che nelle scuole bisognerebbe dare soprattutto ai giovanissimi una preparazione su tutto quello che comporta l’utilizzo del mondo digitale, compresi i rischi e i pericoli che possono insinuarsi.
    Come sempre i Suoi articoli sono molto interessanti
    è molto attuali. Complimenti!

  7. Posta l’equazione, fatte le efficaci semplificazioni del caso, indicate le possibili soluzioni. Pur affrontando un argomento dove molti (troppi) strillano, un po’ di pacate riflessioni senza bigottismo e, soprattutto, dogmi, non può che far molto bene.

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