• CRONACHE

Il gruppo Cocoricò ammaina la bandiera, dichiarato il fallimento

 RIMINI. Il gruppo Cocoricò, cui fa capo l’omonima discoteca riccionese simbolo della riviera romagnola, è stato dichiarato fallito lo scorso 4 giugno dal Tribunale di Rimini che ne ha respinto la domanda di concordato preventivo. Lo riporta il Corriere di Romagna. Il prossimo 25 ottobre si terrà la prima udienza fallimentare dove si costituiranno i vari creditori capeggiati dall’Agenzia delle Entrate.

Al centro dell’azione di Equitalia il mancato versamento di imposte.  I guai della discoteca, su cui si accesero i riflettori anche per la morte di un 16enne per overdose nell’estate del 2015, sono iniziate con tasse non pagate, sia all’Erario sia al Comune di Riccione. Poi si sono aggiunte indagini penali condotte dalla Guardia di Finanza, fin dal 2012 per evasione d’Iva, e per finire i più recenti problemi legati ai mancati pagamenti di artisti, tra cui il dj Graby Ponte che ha chiesto il sequestro dei marchi Titilla e Memorabilia. Le ragioni sono spiegate nel provvedimento di inammissibilità  del concordato da parte del Tribunale del 4 giugno scorso: ha concesso alla società il termine di giorni 60 dalla comunicazione del provvedimento del 31/01/2019 per il deposito del piano e di tutta la documentazione prevista dal concordato. Il Tribunale di Rimini con provvedimento ha negato la proroga del termine concesso non ritenedo sussistenti attività prodromiche alla presentazione del piano e della proposta e ha fissato l’udienza del 17 maggio 2019; La società Cocoricò non ha provveduto nel predetto termine a  depositare il piano con la richiesta documentazione di legge; Nell’udienza del 17 maggio 2019 anche il commissario giudiziale, dott. Francesco Bugli, ha confermato il mancato deposito della proposta e del piano e la mancata esecuzione di attività idonee ad una soluzione concordataria della crisi della società.

Successivamente con sentenza dell’11 giugno il Tribunale ha decretato il fallimento della società Cocoricò. Il tribunale ha nominato curatore il commercialista Francesco Bugli. I creditori hanno tempo 30 giorni di tempo per fare richiesta di essere inclusi tra i creditori. Tra i richiedenti è presente anche Equitalia per tasse non pagate negli anni passati. La Guardia di Finanza ad inizio anno 2019 aveva sequestrato beni per 800 mila euro per omessa dichiarazioni fiscali nel 2015 e 2016. Ora la chiusura definitiva con il fallimento. Si chiude così la storia di una delle maggiori presenze nel mondo delle discoteche della costa romagnola. In Tribunale e sulla pista è stata suonata l’ultima nota.

Tags

Articoli correlati