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Il premier Conte: “Mai posto il segreto di Stato sui verbali del Cts”

Ieri sera il premier Giuseppe Conte è intervenuto all’evento ‘La Piazza’, a Ceglie Messapica nel Brindisino, kermesse organizzata dal direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino, che ha avuto l’onore di intervistare il capo dell’esecutivo. Molti gli spunti di riflessione, in primis le considerazioni sull’argomento che ha riempito le pagine dei quotidiani nella scorsa settimana ovvero la desecretazioni dei documenti dei verbali del Comitato tecnico scientifico risalenti allo marzo scorso, nel pieno dell’emergenza Coronavirus.

Cosa non rifare? Non saprei dire una cosa in particolare. Anche i famosi Dpcm a monte avevano dei decreti legge e li abbiamo assunti sempre avendo alla base le valutazioni di tutti gli esperti, con grande condivisione di tutti i ministri e dei rappresentanti degli enti locali. Le decisioni le abbiamo sempre prese con grande ponderazione e responsabilità“.

Al presidente del Consiglio è stato chiesto se il lockdown nazionale non sia stata una misura troppo severo: “Vorrei ricordare che dopo il verbale del giorno 7 del Cts , quando il Cts si è convinto che ci voleva una misura più radicale per Alzano e Nembro è successo un fatto nuovo, che molti si sono recati da Nord a Sud. A quel punto abbiamo ritenuto fosse prioritario mettere in sicurezza il Sud, che significava mettere in sicurezza il Paese. E di questo sono orgoglioso”.

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Conte ha poi voluto specificare che i verbali sono rimasti riservati solo ed esclusivamente per tutelare gli esperti del Cts, ma non è mai stata posta una secretazione degli atti: “Si sono scritte e dette cose inesatte. Chiariamo bene le cose: voi immaginate cosa significava per gli scienziati elaborare proposte, analizzare dati e avere i riflettori della tv. Non avrebbero avuto tranquillità. Quando c’è un processo decisionale così delicato io rivendico che quei verbali restino riservati. Ma non significa secretati, non ho mai posto un segreto di Stato. E vi annuncio che sono il primo che consentirà la pubblicazione di tutto, non abbiamo nulla da nascondere“.

Per quanto riguarda un bilancio su come è stata affrontata l’emergenza epidemiologica il premier non si ‘sbilancia’, pensa sia più opportuno farlo alla fine, quando ci si augura che il virus venga definitivamente debellato, ma afferma che tanti quotidiani internazionali stanno giusicando positivamente l’operato dell’Italia e questo rappresenta “motivo di grande orgoglio“. Sempre sul fronte sanitario il governo vorrà e dovrà “completare alcuni ospedali” e “migliorare l’efficienza di alcune strutture“, ciò sarà possibile grazie alle risorse che verranno stanziate nel piano di rilancio.

Ho sempre detto che avremmo lavorato fianco a fianco con gli scienziati ma mai che avremmo ceduto delle responsabilità, c’è un compito della politica. Non ho mai detto che avremmo seguito alla lettera le loro valutazioni“. Ha infine ribadito Conte, rivendicando il ruolo politico delle decisione assunte per la tutela sanitaria del Paese.

Il premier è poi stato incalzato su numerosi interessanti argomenti come ad esempio sul referendum inerente il taglio dei parlamentari, del quale ha affermato che voterà per la sua approvazione, oppure sulle previsioni di disponibilità del vaccino anti-Covid “Mi auguro sia disponibile entro l’anno. Ma non ritengo che debba essere obbligatorio, deve essere messo a disposizione“, ha poi aggiunto.

Alla domanda se ci sia la possibilità di veder realizzato il sullo Stretto di Messina, il presidente del Consiglio afferma che ad oggi “non ci sono i presupposti“, le priorità sono quelle di “realizzare l’alta velocità di rete in tutta la Calabria e poi in Sicilia”. Se mai ci fosse l’opportunità di realizzare quest’opera sarebbe obbligatorio ispirarsi al ‘Ponte San Giorgio’ di Genova, definito un “miracolo dell’ingegneria“, ma non ci si dovrebbe dimenticare di pensare ad una struttura “Ecosostenibile, leggera, che tuteli l’ambiente, anche sottomarina.”

Infine la questione legata al 5G, sul quale il governo farà delle importanti valutazioni: “Prima di valutare se dire no alla Cina sul 5G c’è il problema di portare la banda larga in tutto il Paese. Questo è uno dei dossier a cui mi sono dedicato con molta attenzione nelle ultime settimane e troverà spazio nel piano di rilancio.“, ha asserito Conte, che apre anche all’ipotesi di collaborazione con gli Stati Uniti “Siamo aperti a tutto, ma non a dire scegliamo la Cina o gli Stati Uniti. Gli Usa sono il nostro tradizionale alleato. Lavoriamo in una economia di mercato. Faremo in modo che chiunque sia chiamato a dare un contributo, lo faccia sulla base delle nostre esigenze di sicurezza e protezione nazionale. Abbiamo un sistema di sicurezza sul piano cibernetico dei più sofisticati“.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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