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Il senso di colpa… quando un’emozione condiziona la qualità di vita

Sempre più di frequente si sente parlare di senso di colpa, ma che cos’è di preciso il senso di colpa e, soprattutto, chi non ne è mai stato vittima? Il senso di colpa è quell’emozione che assolve ad una specifica funzione: dà la possibilità di comprendere se è stato commesso un danno ingiustificato nei confronti di qualcuno e, in tal caso, spinge a porvi rimedio. In sé è anche un’emozione utile, in quanto svolge un’importante funzione sociale: ovvero, porta a comportarsi bene, a non arrecare danno agli altri. E, nel caso questo sia stato fatto, spinge appunto a porre rimedio.

Ma non è solo questo, il senso di colpa possiamo provarlo anche in altre occasioni, ad esempio quando non riusciamo a portare a termine un nostro proposito; o quando pensiamo che qualcuno possa soffrire a causa nostra; o ancora quando sentiamo di avere di più di un’altra persona, soprattutto se si tratta di una persona a noi cara. Le situazioni sono molteplici, ma ciò che è importante sapere è che ognuno di noi li vivrà con i propri personali motivi, in base al proprio modo di essere e alle esperienze vissute. Talvolta però il senso di colpa diviene un vero e proprio macigno da portare e, in tal caso, può condizionare di molto la qualità della vita.

Bisogna però saper distinguere il senso di colpa sano da quello patologico. Il primo è quando c’è oggettivamente un errore accertato, quindi quando la persona in questione ha effettivamente causato un torto o una sofferenza a qualcuno che poteva essere evitata (ad esempio ferire intenzionalmente qualcuno). Si può dire che in questi casi il senso di colpa ha lo scopo di far comprendere l’errore commesso, è una sorta di giudice interiore. E anche se non è più possibile tornare indietro, talvolta è possibile rimediare. Questo servirà per non ricadere nello stesso errore in futuro. Mentre, viene definito senso di colpa patologico quando alla base non c’è un errore oggettivo. Come il sentirsi in colpa per non essere andati a trovare una persona cara, o per l’aver avuto più successo rispetto ad un fratello, o per l’aver detto di no alla richiesta di qualcuno. In questi casi non vi è motivo oggettivo ed accertato per cui risulta ovvio e utile provare un senso di colpa; ma a volte entra in gioco questa emozione e ci sentiamo responsabili di situazioni che, oggettivamente, non sono nostra responsabilità.

Vi sono però anche alcuni casi particolari, ad esempio quando è l’altro che vuole farci sentire in colpa, attribuendoci colpe e responsabilità che non ci appartengono. Qui, è importante partire dal presupposto che ognuno di noi ha le proprie responsabilità su ciò che dice e su ciò che fa. Ma a volte tale situazione può condizionare ed avere un impatto molto importante sulla nostra vita; in questi casi sarebbe utile affidarsi ad un terapeuta esperto, che può aiutare ad elaborare la situazione e può mostrarci aspetti che non avevamo ancora considerato, in modo da consentire la completa risoluzione della difficoltà in atto.

Alcuni esperti suggeriscono alcuni preziosi consigli per affrontare al meglio il senso di colpa: prima di tutto bisogna valutare se si ha effettivamente commesso un errore o meno, dopodiché valutare oggettivamente quali sono le proprie responsabilità e quelle della controparte ed infine convincersi del fatto che non siamo onnipotenti e che non tutto ciò che accade dipende da noi. Il nostro compito è quello di fare del nostro meglio, avere rispetto e comportarci in modo corretto; gli altri, con le loro scelte ed i loro comportamenti, non sono nostra responsabilità.

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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