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In Europa, bandite dal 2021 diverse plastiche monouso

BRUXELLES. L’Europarlamento ha approvato in via definitiva la direttiva che impone agli Stati membri di vietare l’uso di una serie di articoli in plastica monouso dal 2021. La direttiva è passata con 560 voti a favore e solo 35 contrari, e 28 astenuti. La direttiva fissa anche un obiettivo di raccolta del 90% per le bottiglie di plastica entro il 2029 e stabilisce che entro il 2025 il 25% delle bottiglie di plastica dovrà essere composto da materiali riciclati, quota che salirà al 30% entro il 2030.

Secondo la Commissione Europea, circa l’80% dei rifiuti che insozzano i mari sono costituiti da plastica e i prodotti coperti dalla direttiva costituiscono il 70% circa di tutti i rifiuti marini. La plastica si decompone molto lentamente, pertanto si accumula nei mari e negli oceani e sulle spiagge dell’Ue e del mondo intero. I residui vengono ingeriti dagli animali marini, come tartarughe marine, foche, delfini, balene ed uccelli, ma anche da pesci e crostacei, entrando così nella catena alimentare umana.

Il presidente Antonio Tajani

Viene rafforzato poi il principio “chi inquina paga”, introducendo un regime di responsabilità estesa per i produttori di tabacchi e di attrezzi da pesca, cosa che consentirà che non siano i pescatori a sostenere i costi della raccolta delle reti perse in mare. Le nuove norme stabiliscono l’obbligo di etichette con informazioni sull’impatto ambientale di filtri di sigarette, salviette umidificate e tovaglioli sanitari.

“La plastica è il peggior nemico degli animali marini. Ogni anno, decine di migliaia fra tartarughe e cetacei muoiono per colpa di cannucce, contenitori di cibo e bevande, bastoncini cotonati, posate, piatti e altri rifiuti in plastica – prosegue spiega il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani -. Un terzo dei capodogli trovati morti nelle acque mediterranee aveva lo stomaco intasato dai rifiuti di plastica. Tracce di plastica vengono ritrovate sempre più spesso anche nel pesce che consumiamo. Mari e coste pulite sono una risorsa economica, commerciale e turistica unica al mondo. Ma se non agiamo subito, se continueremo a sfruttare ed inquinare i nostri oceani in maniera irresponsabile, entro il 2050 nei mari avremo più plastica che pesce”.

Al Governo italiano chiediamo di avviare subito un tavolo con tutti i portatori d’interesse (produttori, amministrazioni, utilizzatori, associazioni ambientaliste, ndr) per accompagnare la transizione e rendere efficace il percorso di deplastificazione – sottolinea il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani -. Così come ci aspettiamo vengano ribadite in Italia l’importanza delle bioplastiche nello sviluppo dell’economia circolare, compresa la filiera dei rifiuti organici e del compostaggio, di cui il nostro Paese è leader in Europa”.

In Italia nel 2018 un cittadino su quattro (27%) ha evitato di acquistare oggetti di plastica monouso come piatti, bicchieri o posate mentre ben il 68% ritiene addirittura che sarebbe opportuno pagare un sovrapprezzo per questi prodotti. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Eurobarometro, diffusa in occasione dell’approvazione in via definitiva di una nuova direttiva che impone agli Stati membri di vietare l’uso di una serie articoli in plastica monouso entro il 2021.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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