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In ospedale a causa di stufe, caldaie e del monossido di carbonio

Da Udine a Triste in ospedale: questo il resoconto di una famiglia, composta da padre, madre, e un bambino di pochi anni, intossicata dal monossido di carbonio all’interno della loro casa. L’allarme è stato dato mezz’ora prima della mezzanotte di ieri, quando il marito, e padre, ha chiamato i soccorsi per un malore accusato dalla moglie. Intervenuti sul posto anche i vigili del fuoco per la presenza di monossido di carbonio nell’aria, che stanno indagando su cosa ha provocato la fuga di gas. S’ipotizza una caldaia. La famiglia è stata curata con trattamenti in camera iperbarica. Un altro episodio, sempre in provincia di Udine, domenica 8 dicembre, ha coinvolto padre e figlio di 15 anni, portati in ospedale per intossicazione da monossido di carbonio, e poi dimessi, a causa della canna fumaria del camino di un edificio recentemente ristrutturato che ha preso fuoco.

Camera iperbarica
Camera iperbarica

A Perugia una bambina di pochi anni, ricoverata nell’ospedale cittadino e poi trasportata al Gemelli di Roma, ha riportato ustioni di secondo e terzo grado in seguito a un incendio nella tarda serata di ieri, 9 dicembre, nell’abitazione dove la famiglia vive. I vigili del fuoco hanno rilevato che le fiamme si sarebbero sviluppate da una stufa accesa con liquido infiammabile. La bambina si trovava sul divano con la nonna, anche lei rimasta ustionata gravemente, e ora in rianimazione all’ospedale del capoluogo umbro. Illesi il padre della piccola e un altro figlio che si trovavano in casa, al terzo piano di un palazzo.

cartello monossido di carbonio

Secondo il ministero della Salute tra gli inquinanti prodotti dalla combustione il monossido di carbonio si presenta come un gas tossico, incolore, inodore, insapore, e non irritante che, senza ventilazione adeguata, può raggiungere concentrazioni elevate. Si produce per combustione incompleta di qualsiasi materiale organico, in presenza di scarso contenuto di ossigeno nell’ambiente, e per le sue caratteristiche può essere inalato in modo subdolo e impercettibile, fino a raggiungere nell’organismo concentrazioni letali. Proviene principalmente dal fumo di tabacco e da fonti di combustione non dotate di idonea aspirazione, quali radiatori portatili a kerosene e a gas, caldaie, scaldabagni, caminetti e stufe a legna o a gas. Il monossido di carbonio può anche provenire dall’esterno quando il locale si trova annesso a un garage o a un’autofficina, o in prossimità di strade con intenso traffico veicolare. Nelle abitazioni, in condizioni normali, i livelli sono compresi tra 1,5 e 4,5 mg/m3 . In presenza di processi di combustione, quali sistemi di riscaldamento e di cottura, o di fumo di tabacco, e inadeguata ventilazione, le concentrazioni interne possono superare quelle esterne e raggiungere livelli sino a 60 mg/m3 . Durante l’inverno nelle abitazioni possono verificarsi concentrazioni superiori a quelle esterne, e livelli di inquinamento elevati si riscontrano più frequentemente in edifici vecchi.

Monossido-di-carbonio

Di seguito alcune misure per ridurre l’esposizione al monossido di carbonio, stilate dal ministero della Salute per una corretta informazione della popolazione sulla pericolosità di questo agente tossico, e su come fare prevenzione. Gli impianti di riscaldamento devono essere sottoposti a una regolare manutenzione da parte di personale specializzato; i motori degli autoveicoli vanno tenuti spenti negli spazi chiusi; i sistemi di cottura, progettati per l’utilizzo all’aria aperta non devono essere usati all’interno di spazi chiusi; l’uso di apparecchiature rivelatrici della presenza di CO può essere incoraggiato, ma non deve essere considerato una alternativa ad una appropriata manutenzione degli impianti; la classe medica deve essere sensibilizzata in modo particolare al problema, affiché nella diagnosi etiologica non trascuri di valutare il monossido di carbonio come probabile agente eziologico in presenza di quadri clinici compatibili.

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