BARI. Indagini e il lavoro di investigativa hanno dato i loro frutti. I carabinieri hanno individuato e denunciato a piede libero, per lesioni personali aggravate in concorso, tutti i presunti componenti di una baby gang accusata di avere aggredito due loro coetanei all’imbocco del sottopasso Marconi, a Bari. L’episodio risale al 30 aprile scorso quando un 16enne e un 15enne furono picchiati brutalmente da un gruppo di sette ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 13 anni, di cui uno nipote del boss del quartiere Japigia. L’aggressione scattò dopo che i due ragazzi uscirono da una scuola del rione Madonnella.
Uno dei due si accorse che dei giovani stavano inseguendo, con intenti tutt’altro che pacifici, un suo compagno di classe e decise di pedinarli a distanza. Giunto all’imbocco del sottopasso, si accorse che l’amico stava subendo una violenta aggressione fisica. Terminato il pestaggio, gli aggressori si accorsero della sua presenza, lo raggiunsero e gli sferrarono un pugno al volto costringendo entrambi gli adolescenti a ricorrere alle cure dei medici del Pronto soccorso. Baby gang, criminalità metropolitana, bande che scalano rapidamente posizioni nella gerarchie malavitose e approdano nei ranghi nell’arcipelago di cosche che incombe sulla città: lo scenario della devianza minorile è frastagliato quanto complicato. Perché in continua evoluzione.
«In realtà – spiega il presidente del Tribunale per i minorenni di Bari, Riccardo Greco – il numero dei reati è calato: le nuove iscrizioni sono state circa 1150 rispetto alle oltre duemila dell’anno precedente; inoltre, va tenuto presente che ciò avviene in un distretto che comprende anche le province di Foggia e della Bat; preoccupa piuttosto – sottolinea il magistrato – il salto qualitativo dei reati: nell’ultimo anno ci sono state quattro persone accusate di omicidio e preoccupa la disponibilità di armi come dimostra l’ultima operazione dei carabinieri, che hanno bloccato un 17enne con una pistola».