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IO APRO, Momi: ‘Non ci fermeremo’, ma il Sindaco vuole chiudergli l’attività

Momi El Hawi, uno dei fondatore di Io apro, é proprietario del Ristorante Tito a Firenze ha ricevuto ieri una Pec in cui gli è stato intimato il preavviso di chiusura definitiva del proprio locale. Su Facebook nella pagina ufficiale ‘Io apro’ si legge: ‘Il sindaco chiude la mia attività, ma noi non glielo permetteremo. I ragazzi, fondatori di Io apro, hanno cercato per 3 volte di fare una diretta per spiegare quanto era accaduto e soprattutto denunciare la lesione della privacy, giacché, spiega Momi, la Pec che è privata, in realtà è stata diffusa, e vorrebbe sapere da chi, a giornalisti e non solo che si sono presentati e lo hanno chiamato per dare rapida notizia dell’intimidazione della chiusura del locale.

A Momi è stata disposta la revoca della licenza, per multe non pagate e inosservanza dei provvedimenti di sospensione dell’attività, e gli è stata imposta dal Sindaco, d’intesa con la Prefettura di Firenze, la procedura che potrebbe portare alla chiusura definitiva del locale.

Dunque ci spiega l’avvocato Nannelli, che segue IOAPRO, ‘Noi abbiamo dieci giorni per depositare le nostre rimostranze, dopodiché attenderemo il provvedimento della pubblica amministrazione che potrebbe essere quello di chiusura. Ci tengo a precisare che la PEC che é pervenuta non é ancora un provvedimento di chiusura, ma un inizio del procedimento. E quindi molto diverso da quello che stanno scrivendo tutti i giornali”

Eppure ai ragazzi continua a non essere chiaro l’accanimento che vi è nei loro confronti, anche perché nei giorni scorsi vi avevamo già riportato l’intervista di uno studente di legge Marco Dialuce , divenuto famoso per aver vinto un ricorso per una multa inferta ad un amico per aver violato il coprifuoco, che ci aveva spiegato nei minimi dettagli, riferendosi al caso analogo della torteria di Chivasso a cu furono messi i sigilli, che tutto ciò non è fattibile, in quanto è anticostituzionale, Il non rispettare le norme antivcovid al più prevede una sanzione e non andare nel penale, così come non è possibile e legittimo porre i sigilli ad un locale.

Ora Momi che è anche presidente nazionale per i pubblici esercizi della confederazione imprese unite per l’Italia, ha deciso di fare un comunicato ufficiale, attraverso un video sulla pagina del movimento ‘IOAPRO’. Vi riproponiamo le sue parole, per chi non avesse modo di vedere il video. O qualora mai a breve venisse cancellato e dunque non ne dovesse restare traccia. Purtroppo, infatti, due dirette di ieri sono state cancellate e gli organizzatori continuano a dirsi allibiti che nel 2021 possa davvero venire meno la libertà di parola e di pensiero. In tutto questo  marasma, vi è anche chi ha proposto, in segno di solidarietà a Momi e disconoscendosi dall’attuale politica, anche di raccogliere delle firme per chiedere le immediate dimissioni del Sindaco di Firenze. Sotto le parole di Momi:

Io APRO, Comunicato ufficiale : ‘Noi non ci fermeremo mai’

“Buongiorno a tutti sono Momi titolare del ristorante Tito a Firenze, fondatore di Io apro insieme a Biagio Passera, Antonio Alfieri, Umberto Carriera, come sapete il nostro movimento è ormai internazionale, e sono presidente nazionale per i pubblici esercizi della confederazione imprese unite per l’Italia, un sindacato a tutti gli effetti riconosciuto in tutte le commissioni possibili ed immaginabili. Mise e non solo anche in commissione Europea. Questo per fare cosa? stiamo cercando di portare avanti da quattro mesi un messaggio che conoscete benissimo: IO apro, per tornare a lavorare, siamo stati etichettati come criminali e non lo siamo, continueremo a portare avanti le nostre istanze, finché non torneremo tutti a lavorare, anche quelli che magari non sono venuti in piazza, perché stanno sul divano, perché alla fine è il bene anche di loro.

Detto questo ieri mi è arrivata una Pec nel mio caso specifico, una PEC che è stato veramente un atto gravissimo che sia stata diffusa dal comune di Firenze prima ancora che io la leggessi , mandata a giornalisti e chi più ne ha più ne metta, amici, parenti e altre persone che nulla c’entrano con il giornalismo, semplicemente per screditarmi, per screditare una persona che sta battagliando da mesi per un’unica causa: lavorare.

Siamo etichettati per questo? Va bene , non ci sono problemi, la legge farà il suo corso. Noi faremo tutti i ricorsi possibili ed immaginabili, come abbiamo fatto contro le multe, li faremo contro questi giorni di chiusura ed ovviamente entro 10 giorni dovrò decidere cosa fare.

Io ci metto la faccia, al  contrario di altri che mettono le Pec di mezzo e mandano avanti i giornalisti a parlare. E’ stato un atto gravissimo, lo ripeto, quello di ieri di venire a sapere da amici, giornalisti e non solo di questo fatto prima ancora che io aprissi la Pec.  E’ un atto illegittimo, questa è la vera cosa grave che è stata fatta da chi manda avanti il potere. Il problema è che non hanno capito che il potere lo abbiamo in mano noi, noi popolo sovrano deve riprendersi tutto ciò che sono i suoi diritti a livello costituzionale e li deve esercitare, io farò di tutto per farlo.

Momi infuriato: come cittadini italiani non abbiamo diritti

Eh stavo pensando visto che dato che in questo momento abbiamo un Sindaco del Pd che forse invece di tornare con un aereo dall’Egitto tornerò con un barcone così avrò almeno più diritti di un cittadino italiano, tornerò con un barcone, non dovrò nemmeno fare il tampone, potrò entrare indisturbato nel Paese delle opportunità.

Questo è inaccettabile, essere un imprenditore nel nostro Paese non è possibile, essere un lavoratore che vuole portare avanti le sue istanze, non è possibile. Essere un cittadino che vuole esercitare i proprio diritti non è possibile, ma se entro appunto su uno di questi barconi forse per me sarà più sicuro, dunque sto valutando anche questo.

Detto questo il Comune ha lanciato il guanto di sfida, ma anche fosse stato il Governo come ha già fatto per le riaperture e lo spostamento del coprifuoco limitato alle 23, anche questa è stata una cosa per noi è inaccettabile.

Quindi metteremo insieme tutto questo per mandare avanti la nostra battaglia, NON ci fermeremo mai. Almeno io non mi fermerà mai.

NON ho paura della galera, non ho paura di essere fatto fuori, fate quello che volete, anche se io dovessi uscire di scena, so che il popolo italiano manderebbe avanti questa battaglia”.

Voi dalla vostra cosa ne pensate della battaglia di Momi e della decisione del Sindaco di chiudere definitivamente uno dei suoi locali, giusto, illegittimo, unico modo per far si che le regole si rispettino, o lesivo dei diritti della costituzione? Fatecelo sapere con un vostro commento.

Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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