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Istat, Pil +0,3% ai minimi storici dal 2014. Pressione fiscale al 42,4 %

Nel 2019 in volume il Pil è aumentato dello 0,3%, la crescita più bassa dal 2014 quando si era avuto un Pil stazionario. Lo rileva l’Istat, parlando di un “marcato rallentamento” rispetto alla crescita dello 0,8% del 2018. Il dato del 2019 è comunque al di sopra del +0,2% della stima preliminare dell’Istat, e del +0,1% previsto dal Governo.

La pressione fiscale sale al 42,5%

Il rapporto fra debito pubblico e Pil nel 2019 è rimasto stabile al 134,8%, permanendo sui massimi storici segnati nel 2018 e 2016. Il governo, nella Nota di aggiornamento al Def, aveva previsto un livello pari al 135,7%. La pressione fiscale nel 2019 è salita al 42,4% dal 41,9% del 2019. Il dato del 2019 è il più alto dal 42,9% del 2015.

Nel 2019 il saldo primario della pubblica amministrazione, ossia la differenza fra entrate e uscite prima del pagamento degli interessi, ha registrato un avanzo pari all’1,7% del Pil. Il dato è il migliore dal 2013 quando era stato del 2%. Nel 2018 l’avanzo primario era stato pari a 1,5%.

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Bene costruzioni e servizi, in calo industria, agricoltura, pesca e selvicoltura

Nel 2019 il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume nelle costruzioni (+2,6%) e nelle attività dei servizi (+0,3%) mentre è in calo nell’agricoltura, selvicoltura e pesca (-1,6%) e nell’industria in senso stretto (-0,4%). L’Istat ha inoltre spiegato che i giorni lavorativi rispetto al 2018 sono stati gli stessi.

Per l’Ocse nel 2020 Italia a crescita zero

Secondo l’Interim Economic Outlook, che tiene conto dell’impatto legato al coronavirus, il nostro Pil scenderà dallo 0,2% del 2019 allo 0% nel 2020, un stima tagliata di 0,4 punti rispetto alla precedente stima di novembre. L’organismo internazionale con sede a Parigi prevede invece uno 0,5% per il 2021, invariato rispetto a novembre. Per l’Ocse, non solo l’Italia, ma l’intera economia mondiale è attualmente “a rischio”.

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