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Juventus, Cristiano Ronaldo medita sul futuro. Possibile trasferimento al Psg?

Molto probabilmente al momento della firma del contratto, avvenuta più di due anni fa, Cristiano Ronaldo non si era reso conto di essere approdato in una città nascosta dalle montagne. Una città in cui le vie del centro non sono invase da migliaia di turisti giunti da tutto il mondo per visitarla, contraddistinta da una serie di eventi e manifestazioni tali da renderla unica in Italia e nel mondo. Torino spesso viene definita una “città a misura d’uomo“, probabilmente per via del suo modo di vivere molto meno frenetico e caotico rispetto ad altre importanti metropoli d’Italia e d’Europa.

Forse il cosiddetto “spirito sabaudo” che caratterizza il capoluogo piemontese può non bastare a chi ambisce di conquistare vette sempre più alte, nonostante la città in cui ha deciso di stabilirsi sia circondata dai monti.

Cristiano Ronaldo Psg

Questa considerazione sorge spontanea dopo l’articolo di Thierry Marchand, prima firma del settimanale France Football, che ha pubblicato un’articolo nel quale descrive l’attaccante portoghese come un “prigioniero solitario incompreso” a causa di una squadra che “che non conviene alle sue aspirazioni, in una città nascosta dalle montagne, in un club che non è all’altezza della sua dimensione.” Il giornalista transalpino ha raccontato di un CR7 molto pensieroso durante la sera del 22 ottobre 2019, al termine di una sofferta vittoria per 2-1 contro i russi del Lokomotiv Mosca nella fase a gironi della Champions League. Episodio che avrebbe scatenato grande delusione nell’animo del numero sette bianconero, tale da fargli pensare di terminare anzitempo l’esperienza all’ombra della Mole Antonelliana per approdare in un nuovo ambizioso club: il Paris Saint Germain.

I motivi per il quale la squadra parigina potrebbe fare al caso dell’extraterrestre sono molteplici: prima di tutto la possibilità di giocare in squadra con assi del calibro di Neymar, spesso definito dai giornalisti che seguono ‘Les Parisien’ come il Ronaldo del Psg, e Mbappé, un presidente, Nasser Al-Khelaïfi, in grado di spendere cifre importanti ogni anno sia per rafforzare la rosa che per accontentare le pretese economiche dei giocatori più talentuosi, e infine la possibilità di trasferirsi in una delle capitali più belle e più importanti del mondo. Senza dimenticare che dopo le esperienze nei massimi campionati di Portogallo, Inghilterra, Spagna e Italia, mettendo per un attimo da parte la Germania, la Francia potrebbe rappresentare una nuova stimolante terra di conquista per il cinque volte Pallone d’Oro, nella terra che ha dato vita a questo ambitissimo premio.

Marchand ha poi aggiunto che il sogno non si è avverato in quanto lo scoppio della pandemia ha sconvolto i piani del club parigino che a causa delle rilevanti perdite economiche non sarebbe in grado di sostenere un’operazione di questa portata. Ma ha ribadito che non è del tutto scontato che il portoghese rimanga a Torino: “Le chance che resti a Torino sono più importanti oggi che in primavera, soprattutto se la Juventus vincesse al Champions che le sfugge dal 1996, proprio a Lisbona“.

Le possibilità che rimanga o meno saranno legate in primis al futuro dell’allenatore, che a detta del giornalista CR7 considera come un “oggetto non identificato” paragonato addirittura a “un figlio di operaio testardo che sta alla Vecchia Signora quanto un marziano con una ricca ereditiera“, oltre all’eventuale arrivo di nuovi rinforzi in squadra. Il portoghese valuterà eventuali proposte ricevute da parte di altri club che proveranno ad assicurarsi le sue prestazioni: non è un mistero che Ronaldo voglia da sempre giocare in un club ambizioso e che ogni anno punti a vincere tutto. Se così non sarà è altamente possibile che prenda in seria considerazione l’addio anticipato.

Dall’ombra della Mole, alta 167,5 metri, a quella della Tour Eiffel, 312,28 metri, la differenza sarebbe abissale. E non parliamo solo di altezze. A questo punto la palla passa al marziano, che dovrà capire se rimanere in un club che da ben nove anni domina la Serie A, ma sfortunatamente non riesce a conquistare l’ambita “Coppa dalle grandi orecchie“, oppure preferisca approdare alla corte di una società che non ha mai disputato una finale di Champions, su un totale di 13 partecipazioni totali, ma che ha la rosa piena zeppa di top player.

La roulette sta cominciando a girare e Cristiano avrà tempo di decidere fino al momento in cui verrà pronunciata la famosa frase “Rien ne va plus, les jeux sont faits“.

Carlo Saccomando

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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