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La telefonata sull’Apple Watch di Draghi fa più notizia della fiducia

Nel giorno in cui il nuovo governo ha incassato la fiducia anche alla Camera, dopo quella al Senato, grazie ai 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti c’è un particolare riguardante il premier Mario Draghi che ha colpito l’attenzione di alcuni attenti osservatori che hanno assistito via streaming alla diretta di Montecitorio: durante una delle fasi cruciali del dibattito di ieri l’ex presidente della Bce è stato immortalato nel momento in cui riceveva una telefonata sul proprio Apple Watch da parte di un certo Giacomo. O meglio sullo smartwatch di Cupertino è comparsa la scritta “Giacomo o altri 2”.

L’immagine ha fatto immediatamente il giro del web grazie al giornalista de Il Post Emanuele Menietti, che prontamente l’ha pubblicata su Twitter accompagnandola con un commento ironico: “Questa cosa dell’Apple Watch del presidente del Consiglio va gestita“. La battuta in questione riguarda il rapporto tra i social media e Draghi: a differenza del suo predecessore, Giuseppe Conte, non ha degli account social e preferisce affidare le comunicazioni ufficiali ai metodi tradizionali come comunicati stampa o conferenze stampa rispetto a quanto messo in atto dal precedente esecutivo.

L’utilizzo di un orologio di ultima generazione potrebbe mandare all’aria i piani del Premier in termini di gestione della comunicazione? Sicuramente no, ma è interessante notare come questo particolare abbia umanizzato la figura di Draghi, spesso considerato quasi un superuomo con il compito quasi impossibile di risollevare le sorti di un Paese intero. L’immediata associazione di idee è stata quella di immedesimarsi nei panni del presidente del Consiglio neoeletto perché chi di noi non ha mai ricevuto una telefonata inappropriata in un momento delicato della nostra vita? E a chi non è mai capitato di dimenticare il cellulare acceso in un momento nel quale sarebbe stato meglio spegnerlo o metterlo in modalità aereo?

Chi è il fantomatico “Giacomo” della telefonata sull’Apple Watch?

Questa affermazione sembra acquisire ancora più valore se si guarda con particolare attenzione alla fotografia in questione: il premier ha la mano sinistra davanti al volto, quasi stesse pensando: “Ma proprio adesso mi devi chiamare? Che figuraccia!“. Motivo che ha indotto molti internauti a scoprire chi fosse questo fantomatico Giacomo. L’ipotesi più accreditata è che potrebbe trattarsi del figlio Giacomo Draghi.

Ma come si sa i social sono un luogo fertile per coltivare supposizioni a cavallo tra realtà e fantasia, motivo per il quale, soprattutto su Twitter, sono nate ipotesi ai limiti del demenziale come ad esempio quella che gli autori della chiamata siano stati Aldo, Giovanni e Giacomo, ecco così spiegata la dicitura “Giacomo o altri 2“. E c’è chi ipotizza addirittura possa essere girato il remake di un famoso film del trio comico dal titolo “Tre uomini e un presidente“.

Divertente anche chi ha immaginato che non si sia trattato di una telefonata ma di un momento di tensione del premier al quale sarebbero tremate le gambe e che per questo motivo lo smartwatch lo stesse prontamente segnalando con una dicitura simile al celeberrimo modo di dire “Giacomo Giacomo“. Infine c’è chi pensa che la chiamata sia arrivata da un’ipotetica amante e che il 73enne romano l’abbia salvata in rubrica con il nome di Giacomo per non destare alcun sospetto, soprattutto nei confronti della moglie.

A prescindere dall’ironia del momento a Draghi spetta il duro compito di guidare l’Italia fuori dalla crisi economica e sanitaria causata dalla pandemia da Covid-19. La speranza è che possa farcela. Quello che è certo è che né la comunicazione attraverso i social né un semplice quanto tecnologico Apple Watch potranno aiutarlo. Dovrà farcela solo attraverso le proprie capacità e la grande professionalità. E qualche telefonata inappropriata non finirà sicuramente per inficiare il lavoro del presidente del Consiglio.

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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